Interlagos, Vettel impera. Ma che sudata: tutti gli intoppi nel giorno dell’iride

lunedì 26 novembre 2012 · Gran Premi
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Tutti gli aspetti più sgradevoli di una gara. Se li è visti piovere letteralmente addosso Sebastian Vettel nel Gran Premio del Brasile che alla fine l’ha confermato in testa alla classifica iridata, con 3 punti di vantaggio su Fernando Alonso.

Racconta Seb: “È stata la gara più difficile che abbia mai fatto. Sembra che volessero fare di tutto per complicarla”. Gli fa i complimenti perfino Mark Webber: “Sebastian ha una classe a parte”.

Un gatto che cade sempre sulle zampe e che già negli Emirati aveva raddrizzato una corsa che era cominciata dai box, una lucertola a due code su una macchina indistruttibile che in Brasile al via prende una botta rintronante dalla Williams di Senna e riesce comunque a finire 71 giri senza soffrire nel ritmo.

Stefano Domenicali con un po’ d’invidia e un po’ di rabbia diceva: “Il destino non ci è stato amico, perché in certe situazioni succedono altre cose”. Cioè: una macchina di Formula 1 che riceve un colpo che danneggia la zona degli scarichi normalmente non arriva al traguardo. O perlomeno ci arriva col fiatone.

Adrian Newey ammette: “Ci sono stati molti danni, per la verità non sapevamo nemmeno se si poteva arrivare alla fine”. Invece la RB8 di Vettel a metà gara filava ancora che era una meraviglia e lui nei duelli non s’è risparmiato. Nemmeno quando si è trovato dalle parti di Massa e la squadra era terrorizzata e gli ripeteva: “Stai arrivando da Felipe. Stai attento”. In merito alle lotte, alla fine Seb osserva: “Qualcuno ha giocato sporco e ha fatto delle cose al limite. Ma non ci hanno distratto”.

Vettel a Interlagos soffriva anche per colpa della radio, perché lui sentiva il muretto, ma il muretto non sentiva lui. E in tema di strategie stava pure per scapparci una bestialità di dimensioni epiche, perché la Red Bull l’ha chiamato dentro per mettergli le gomme medie proprio mentre le nuvole cominciavano a scaricare acqua.

Una cantonata clamorosa che Newey riconosce con candore: “Abbiamo fatto due pit-stop troppo ravvicinati”. In quel momento si riaccende una speranza piccola piccola per la Ferrari perché dopo i meccanici della Red Bull perdono 11 secondi a preparare le intermedie e Alonso quasi contemporaneamente guadagna una posizione a seguito dell’incidente tra Hamilton e Hulkenberg. Ma non basta a rovesciare l’ordine del Mondiale.

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