Il Mondiale secondo Alonso: “Orgogliosi comunque”. Con un paio di recriminazioni

martedì 27 novembre 2012 · Gran Premi
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Per quanto provassero a mascherarla dietro le dichiarazioni preconfezionate dall’ufficio stampa, la tensione dentro il box della Ferrari a Interlagos era a livelli altissimi. Perché i conti a Maranello sanno farli benissimo e 19 corse su 20 avevano chiarito che Alonso per il Titolo aveva disperatamente bisogno che Vettel non vedesse il traguardo.

Alla fine il campionato se n’è andato per il terzo anno consecutivo nella bacheca di Seb. Ed è sfumato anche quel bonus di 10 milioni di euro che in caso di vittoria spettava a Fernando in base ai termini di contratto con la Ferrari e con gli sponsor personali.

Matador è orgoglioso comunque. Di sé e della squadra: “Ho sentito piloti, ex campioni, team e anche i tifosi sostenere che abbiamo fatto un ottimo campionato”. In cui la Ferrari salva la piazza d’onore anche nella classifica dei costruttori.

Però una stilettata Alonso la tira: “Il Mondiale non l’abbiamo perso qua in Brasile, ma a Spa quando Romain Grosjean mi è volato sopra la testa oppure quando Sebastian Vettel se l’è cavata solo con un rimprovero dopo le qualifiche in Giappone”.

Il massacro di Grosjean è da prima pagina. Meno rimarcato è invece il secondo episodio a cui fa riferimento Nando: era stato lui a Suzuka a chiedere che Sebastian venisse sanzionato per ostruzionismo a suo danno, ma i commissari avevano archiviato con il cartellino giallo.

Ad ogni modo, il risultato del Mondiale non è solamente il frutto di vicende isolate, perché è anche la conseguenza diretta dello sviluppo a singhiozzo del telaio. Per dire: novità rilevanti sulla F2012 non ce n’erano nemmeno in Brasile. Perciò Alonso alla vigilia faceva notare: “È quasi un miracolo essere ancora in lotta per il Titolo all’ultima gara”.

La Ferrari venerdì mattina aveva mantenuto la sua linea di sperimentazione, basata sulla differenziazione degli assetti tra Alonso e Massa, in modo da mettere insieme il numero maggiore di dati. E Fernando annotava: “Dobbiamo essere pronti sia per l’asciutto che per la pioggia”. La prontezza la rossa l’ha avuta. La velocità no.

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