Ayrton Senna e la Williams FW16: l’uomo e la macchina, prima della tragedia

mercoledì 1 maggio 2013 · Amarcord
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Test di marzo al circuito di Le Castellet, alla vigilia della partenza della nuova stagione. Ayrton si lamenta perché non riesce a tenere la testa diritta al curvone di Signes. E rimarca: “Non è questa la Williams che mi aspettavo di trovare”.

In qualche modo però, quando comincia il campionato, tira fuori il massimo dal telaio. Un testacoda alla curva Junçao fa sfumare il secondo posto in Brasile. Un altro testacoda arriva due settimane dopo, alla Revolver Corner sul circuito di Aida nel corso delle prove libere. “Non riesco a spiegarmelo. È successo – racconta Ayrton – mentre mi trovavo nella traiettoria migliore per fare quella curva. È sembrato stupido”. Capita anche a Hill in circostanze identiche.

Per Imola allora la FW16 viene rivoltata come un guanto, a valle di una sessione di test privati al circuito di Nogaro, in Francia. La Williams sembra abbia individuato una nuova strada di sviluppo, soprattutto in campo aerodinamico. Ma l’elemento che poi diventerà fondamentale nel processo è il piantone dello sterzo, che la Williams fa modificare su espressa richiesta di Ayrton.

Senna giovedì discute le novità con David Brown, il suo ingegnere di pista. Venerdì finisce un’altra volta in testacoda, alla curva Villeneuve. Però dopo le libere è già in testa, con un giro record che anche sabato resta off-limits per chiunque e gli vale la pole position.

Venerdì pomeriggio il meeting con Brown dura oltre un’ora. Senna butta giù due pagine di appunti: sono le modifiche che pretende per sabato. È una sua abitudine: “Dopo ogni sessione di prove – ricorda Frank Williams al processo – scriveva anche tre o quattro pagine di raccomandazioni”.

Ayrton è il più rapido pure domenica nel warm-up, con 9 decimi di vantaggio. E in gara il crono relativo al passaggio precedente all’incidente viene battuto solo da Hill e Schumacher. La FW16 comincia a ingranare. Senna non ha il tempo di apprezzarla.

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