Giornata mondiale senza tabacco: così la Formula 1 ha eliminato il fumo

venerdì 31 maggio 2013 · Amarcord
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In principio fu la Williams. Il 15 aprile 2003, il team di Sir Frank annunciava l’accordo di sponsorizzazione con NiQuitinCQ, la gamma di prodotti che aiuta chi ha deciso di smettere di fumare.

Comincia così, dieci anni fa, la crociata del paddock contro il tabacco, con un accordo simbolico che in qualche modo rappresenta la nuova direzione del circo dei motori verso l’embargo per le multinazionali del fumo a seguito dell’aggiornamento delle normative della Comunità Europea.

All’epoca i team che vengono direttamente sovvenzionati da aziende dall’industria delle sigarette e ne riportano la dicitura nella denominazione ufficiale della squadra sono quattro: B.A.R con British American Tobacco, Ferrari con Marlboro, McLaren con West, Renault con Mild Seven. Due anni prima figurava nel giro del fumo anche la Jordan per via di Benson & Hedges. Non solo: nel 2003 Marlboro è title sponsor dei Gran Premi in Brasile, Spagna e Ungheria.

Di fronte alla prospettiva del proibizionismo e nell’ottica di proteggere le squadre e garantire gli introiti quando ancora la maggioranza delle sponsorizzazioni non era passata alle grandi banche, s’era preoccupato Bernie Ecclestone che nel 1997 aveva versato un milione di sterline al partito laburista di Tony Blair per ammorbidire i divieti almeno in Inghilterra.

Oggi l’Organizzazione Mondiale per la Sanità celebra la venticinquesima Giornata mondiale senza tabacco. Allo stato attuale, con Philip Morris è la Ferrari l’unica nel paddock che continua a ricevere finanziamenti che si riconducono in qualche modo al tabacco. Ma dopo la contestazione del Times sul significato subliminale del codice a barre sul cofano motore, dal 2010 pure sulla rossa è sparito ogni riferimento anche sottinteso al fumo.

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