Mondiale 2014, c’è la bozza. Ma il paddock diffida del Messico

martedì 10 settembre 2013 · Politica
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È filtrata giovedì pomeriggio la bozza del calendario 2014, con il secondo rinvio per il New Jersey, la sospensione annunciata della tappa in India per via delle grane burocratiche, il ritorno in Austria sulla pista che è passata nelle mani della Red Bull e il debutto assoluto in Russia secondo i termini di un accordo che esiste dal 2010. In tutto le corse sarebbero venti, se non fosse che Ecclestone a sorpresa è andato a ripescare il Messico, l’ha infilato nella lista e ha elaborato la stagione più lunga di sempre.

Il Consiglio Mondiale della FIA deve parlarne il 27 settembre nella seduta di Dubrovnik. Le squadre comunque a Monza si passavano l’informazione e le perplessità. E allo stato attuale è l’inserimento del Messico la mossa che più fa discutere.

Il piano coinvolge Tavo Hellmund che aveva cominciato a lavorare per la gara del Texas prima che l’organizzazione passasse di mano, Alejandro Soberon che gestisce una società d’intrattenimento, e il figlio di Carlos Slim che attraverso TelMex sponsorizza la Sauber e soprattutto la carriera di Sergio Perez. Ecclestone comunque giura: “Non è lui che metterà i soldi per la gara”.

La pista esiste già ma va tirata a lucido, perché lassù, all’autodromo intitolato ai fratelli Rodriguez, a 2300 metri di quota alla periferia di Città del Messico, la Formula 1 manca dal 1992. Secondo il blog di Joe Saward, “l’inclusione del Messico è puramente speculativa perché c’è una tonnellata di lavoro da effettuare e non è detto che l’opera si possa terminare in 14 mesi”, vale a dire – sempre in base alla versione del calendario che circolava al Gran Premio d’Italia – in tempo per il 9 novembre del 2014.

I lavori ha provato a quantificarli Sergio Perez: “Ovviamente la pista va ristrutturata. Per esempio andrebbero cambiati i box per renderli appropriati alla Formula 1. Forse vanno migliorate anche delle curve. Ma non credo sia un’impresa”. Sta di fatto che la gara in Messico al di là dell’ottimismo resta soggetta a conferma.

Dieci anni fa Hermann Tilke aveva cominciato a lavorare ad un progetto per mettere in piedi un autodromo a Cancun. Poi non se n’è fatto niente. A febbraio quando Ecclestone aveva riaperto all’idea del Messico, se n’era uscito con una battuta: “Città del Messico sarebbe più appetibile rispetto a Cancun. Se chiedete dove si trova, lo sanno tutti che sta in Messico. Cancun probabilmente no”.

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