François Cevert nel ricordo di Jackie Stewart: “Bello e veloce, un futuro campione”

mercoledì 9 ottobre 2013 · Amarcord
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È un incidente senza testimoni quello che si porta via François Cevert nelle qualifiche del Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen, all’ultima prova del campionato nel 1973. Succede il 6 ottobre, Cevert è iscritto con il numero 6, corre con la Tyrrell 006 con motore Cosworth 66. La stampa annota: la maledizione del numero 6.

È orribile la scena che si presenta ai soccorritori, la macchina è sfasciata, nell’impatto è rimbalzata tra i guard-rail da un lato all’altro della pista, all’entrata della esse in salita. Il corpo di Cevert è dilaniato, perfino il casco è sfondato. Jody Scheckter e Carlos Pace sono i primi sulla scena, nemmeno provano a estrarlo dalle lamiere: “Sembrava il luogo di un disastro aereo”.

Jackie Stewart da Monza ha la certezza matematica del titolo, ha già deciso il ritiro dalle competizioni, ma ancora non l’ha annunciato. È lui il compagno di squadra di Cevert. Ricorda:

François era un uomo meraviglioso. Era bello, affascinante, un gran pianista di musica classica, un buon giocatore di tennis, una figura a tutto tondo. Proprio il tipo che agli altri uomini di solito non piace. Invece lui piaceva.

Io mi sentivo bravo, ma mi chiedevo se valesse ancora la pena tirare la corda se credevo di poter vincere senza farlo. François aveva un buon margine di miglioramento, penso che sarebbe diventato più veloce di me, perché aveva avuto tutte le informazioni e le lezioni possibili. Aveva una ferrea disciplina mentale ed era abbastanza maturo per arrivare al risultato. Un giorno sarebbe diventato campione del mondo. Ne sono certo.

Domenica la Tyrrell per lutto non si schiera, lascia che la Lotus vinca il titolo costruttori in perfetta solitudine. Stewart cancella quella che sarebbe stata la sua partecipazione numero cento.

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