Domenicali già al 2014, Montezemolo no. Tu chiamale se vuoi, divergenze

giovedì 17 ottobre 2013 · Dal paddock
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Ovviamente e giustamente Alonso s’è arreso: “Il titolo l’abbiamo perso a luglio”. Anche Domenicali dopo Suzuka era rassegnato: “Ci siamo spostati al 100 per cento sulla preparazione del 2014. Proveremo ancora qualcosa, ma l’ufficio tecnico è completamente dedicato al progetto dell’anno prossimo”. Già Massa dopo Singapore l’aveva anticipato: “Sulle macchine non lavorerà più nessuno”. Ferrari compresa.

Il tuono di Montezemolo è arrivato martedì: “Ho letto di presunti mal di pancia o di attenzione della squadra soltanto al 2014. Non ne voglio nemmeno sentire parlare. Ci sono quattro gare dove pretendo una Ferrari che lotti per il podio con la massima determinazione”.

Di proclami il presidentissimo ne urla parecchi. Questo però ha un peso diverso perché la lettura in contrapposizione alla politica di Domenicali è automatica. Ed è l’unica. Anche perché a scanso di fraintendimenti il boss chiarisce: “Per quanto riguarda la prossima stagione, abbiamo tempo per parlarne”.

Insomma il presente viene prima del futuro e su Maranello volano le frecce come a Wounded Knee. Nel frattempo Domenicali rilasciava un’intervista in Spagna ad As. Di fatto, un caso curioso di autoelogio in terza persona: “Il problema non è Domenicali. Lui è il primo ad arrivare in sede e l’ultimo ad uscire, si dedica per mettere tutto a disposizione dei suoi uomini. Nel corso degli anni penso che abbiamo costruito le fondamenta di una squadra che dovrebbe essere la migliore”.

Già, dovrebbe e invece non lo è. Le statistiche dicono che da quando Todt ha lasciato il testimone della Gestione Sportiva, la rossa di Domenicali si è giocata il campionato all’ultima gara tutti gli anni pari dal 2008 in poi. Ma ha pure cambiato troppe volte l’organico per chiarire le competenze alla ricerca di un assetto che non ha mai premiato: nel 2009 se n’è andato Luca Baldisserri; nel 2010 ha pagato Chris Dyer che di Baldisserri aveva ereditato lo sgabello al muretto; nel 2011 è saltato Aldo Costa in concomitanza con una promozione di Pat Fry.

Resta inchiodato invece Domenicali: “Non è che se lo cambiamo – dice lui – domani si vince. Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia, ma non sa quello che trova”. La stessa logica con cui la Scuderia per anni s’è ostinata a tenere Massa.

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