Orgoglio e Red Bullismo: quando la potenza diventa prepotenza

martedì 25 marzo 2014 · Dal paddock
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Adesso è una controversia più etica che sportiva. Parla d’andarsene, Dietrich Mateschitz, lui che coi miliardi dell’energy drink fa correre due squadre e da quest’anno sovvenziona anche il Gran Premio d’Austria. Alza i toni di un contrasto che mescola benzina, politica e orgoglio.

Sulla squalifica di Ricciardo, ribadisce la posizione che Horner già chiariva a Melbourne: “Il sensore della Federazione dava valori non accurati”. Gli sfugge l’altro capo d’accusa. In politica la chiamano la tecnica della distrazione: si concentra il discorso su un aspetto irrilevante che sia d’impatto, così il resto sbiadisce.

Il resto, nella fattispecie, è inosservanza della direttiva sull’installazione dei flussometri standardizzati: la Red Bull sulla RB10 aveva una sonda sua. Più precisa, chi lo sa. Fuorilegge, comunque.

È una causa persa, l’ha già detto Eddie Jordan. Però Mateschitz le sue carte vuole giocarsele fino in fondo. Anche oltre il livello puramente sportivo. Allude a sponsorizzazioni, iscrizioni, soldi: “Ma non è una questione sul senso economico. Ha più a che fare con il valore sportivo, l’influenza politica, l’apprezzamento. C’è un limite preciso a quello che possiamo accettare”.

Si aggancia al tema dei regolamenti: “La Formula 1 dovrebbe tornare quello che è sempre stata, cioè la disciplina somma. Non deve cercare i record sul risparmio, non deve permettere che si parli sussurrando durante una corsa, né che il massimo dell’eccitazione sia lo stridio delle gomme. È anche assurdo che andiamo un secondo più lenti dell’anno scorso e che una categoria junior come la Gp2 sia veloce quasi quanto una Formula 1 spendendo solo una frazione del budget”.

Butta tutto nel calderone. Cerca lo scontro, prova lo scacco. Fa perno sulla potenza, la tramuta in prepotenza. Brutto esercizio, che mima le sfuriate populiste di Montezemolo. Il 14 aprile, al tribunale sportivo, c’è in ballo la dignità della Fia, la libertà dello sport. Mica i 18 punti di Ricciardo.

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