Montezemolo, ipocrisie e sondaggi fatui: se la voce dei tifosi conta solo a tratti

mercoledì 9 aprile 2014 · Mass media
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Dispensava carezze come un santone. Chiariva: “Non stiamo pensando di fare cambiamenti da oggi a domani”. Però: “Questa categoria rischia di non essere più la Formula 1”. Montezemolo in Bahrain illustrava la controrivoluzione, la revisione al format che ha fatto crollare gli indici d’ascolto, anche in Italia dove comunque il trend va con le prestazioni delle rosse e la tv di stato non aveva dato manco una diretta prima del Bahrain.

Al di là dello show, che poi a Sakhir è rifiorito e gli ha dato torto marcio, il nodo secondo Montezemolo è la filosofia del nuovo regolamento: “Se neghiamo ai piloti la possibilità di spingere a fondo è come togliere la pasta all’Italia”. E lui perciò si chiama fuori: “La Ferrari non ha niente a che vedere con queste norme”.

Todt non ci sta, replicava a muso duro: “Sono regole condivise, sono state decise con il sistema di governance che coinvolge le squadre, il detentore dei diritti commerciali e il potere sportivo della Fia. Non siamo nella repubblica delle banane, dove uno viene a trovare il presidente e dice cosa vuole cambiare. Le modifiche si possono fare, ma devono essere giuste e razionali”. È anche la risposta a Ecclestone che per una volta, curiosamente, cammina sulla stessa linea della Ferrari e alla stampa borbotta che “le novità sono inaccettabili”.

La Scuderia fondava la campagna sull’esito della votazione che s’è precipitata a proporre online dopo la Malesia: 8 risposte su 10 bocciano la nuova formula, i principi della statistica elementare invece bocciano il sondaggio in toto perché la valutazione è circoscritta a chi frequenta il sito del Cavallino, per cui il campione non è rappresentativo a prescindere dalla numerosità.

La sintesi impeccabile dei giochi di potere e delle strumentalizzazioni allora l’ha data F1Fanatic: “È il tentativo cinico della Ferrari di dirottare il dibattito sullo stato della Formula 1 e dichiarare falsamente di agire a nome dei fan della Formula 1, in modo da ottenere delle modifiche che possono favorirli”.

La tattica l’ha capita soprattutto la Mercedes: “A me – diceva Toto Wolff – pare che qualcuno pretenda delle modifiche perché non è stato in grado di lavorare sui motori”. Hamilton affondava la lama: “Montezemolo non si preoccupava dello spettacolo quando dominava lui”.

Perché la voce dei tifosi, il presidentissimo la sente a tratti. Non l’ha assecondata quando i Gran Premi sono volati in pay-per-view, né quando il mondo ha chiesto l’abolizione del superpunteggio: “Facciamo un anno di prova e vediamo”. È rimasta l’anomalia di una gara che vale il doppio dei punti per i piloti, quindi il doppio dell’appeal per gli sponsor, il doppio dei soldi per le squadre nella città dove la Ferrari ha il parco tematico giusto accanto al circuito. Perfino Ecclestone cede: “Non è che sia una regola tanto equa”.

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