Questa Formula 1 che apre a Gene Haas ma boccia il budget-cap

domenica 13 aprile 2014 · Politica
tempo di lettura: 2 minuti

C’è l’ok per Gene Haas che aveva i favori di Todt, non è escluso che arrivi anche per Forza Rossa, la proposta di Colin Kolles in collaborazione con Ferrari con la raccomandazione di Ecclestone. Insomma la griglia di partenza nel 2015 può allungarsi da undici a tredici team, salvo defezioni da parte di chi già corre e rischia il crollo.

La parte più dura, comunque, comincia adesso: formalizzare le belle intenzioni che la Fia ha intravisto nei business plan e soprattutto organizzare le attività per gareggiare nel campionato che all’ennesimo riesame boccia il budget-cap.

Lo anticipava Mark Gallagher a gennaio nell’intervista esclusiva su F1WEB.it: i top team non possono permettere “che il loro vantaggio competitivo venga eroso da un limite di spesa”. L’ha ribadito Todt in Bahrain: “Molte squadre erano a favore del tetto di spesa, ma sono contrarie tutte quelle del Gruppo Strategia”, cioè tutte quelle – e sono sei, vale a dire Ferrari, Mercedes, Red Bull, McLaren, Williams e Lotus – che insieme con Ecclestone e la Federazione votano in via preliminare le proposte da indirizzare al Consiglio Mondiale.

È il paradosso della cosca ufficiale che i team minori denunciavano l’anno scorso: le redini sono nelle mani dei big che hanno strutture diverse e quindi un altro tipo d’interesse. Altri sei voti li gestisce Ecclestone, altri sei la Federazione: “Posso anche proporre il budget-cap – aggiunge Todt – ma devo accettare di metterlo da parte se 12 voti su 18 lo respingono”.

Il danno chiaramente lo patiscono i più deboli. Tipo la Sauber: “Non capisco – spiega Monisha Kaltenborn su Autosport – questo modo di portare avanti la situazione. Abbiamo la responsabilità di mostrare un modo intelligente di fare business in tempi difficili. I costi stanno andando verso dei livelli che nessuno può sostenere”. Forse nemmeno Haas e Kolles.

Ecclestone, Ferrari, Haas, Kaltenborn, Kolles, Sauber, Todt,