Senna, 20 anni dopo: “Fallo subito e bene. Mi terrorizza l’ipotesi di farmi male”

mercoledì 30 aprile 2014 · Amarcord
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Sono le 14:17 quando la Williams di Senna lascia la traiettoria ideale e va per la tangente. Sbatte contro il muretto e torna verso la pista dentro una nuvola di polvere. Poi la scena si pietrifica. La testa per un attimo si solleva in una contrazione muscolare. E dopo, più nulla.

La Fia dà bandiera rossa, Sid Watkins raggiunge il Tamburello un minuto dopo l’impatto, quando sul posto c’è già Giuseppe Pezzi, lo specialista in rianimazione, uno dei medici della postazione più vicina. Insieme, tagliano il laccetto di sicurezza sotto il mento e sfilano il casco dalla testa di Ayrton: la fronte è devastata e c’è parecchio sangue.

Senna ha gli occhi chiusi, Watkins gli solleva le palpebre: “Dalle pupille era evidente che aveva patito un danno serio al cervello. E che non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere”.

Ayrton nell’arco di due minuti dall’impatto viene estratto dalla macchina e adagiato per terra nello spazio della via di fuga. Continua a perdere sangue. Ha un sussulto che a Watkins resta impresso: “Sono totalmente agnostico. Però in quel momento ho avuto la sensazione che la sua anima se ne fosse andata”.

Alle 14:35, in elicottero, Senna viene trasferito direttamente all’Ospedale Maggiore di Bologna senza passare per il centro medico dell’autodromo. Sid Watkins non l’accompagna: “Il mio posto era in pista”. Recupera il casco e lo consegna alla polizia, non trova invece i guanti: né quelli di Ayrton, né i suoi. È un piccolo giallo: non li vede più nessuno. Poi si mette in contatto radio con Martin Whitaker, l’addetto stampa della Fia; gli spiega che Ayrton non è morto, però ha danni seri alla testa. Non c’è attività cerebrale, gli esami al cervello non lasciano chance. I medici a Bologna non rischiano l’intervento chirurgico.

Senna muore alle 18:40. Lui che pareva invulnerabile, lui che della morte non aveva paura, ma a Dio una cosa sola chiedeva: “Fallo subito e bene. Mi terrorizza l’ipotesi di farmi male”.

A. Senna, Fia, Imola, Watkins, Williams,