Spa, accuse e tensione: quel “punto” che Rosberg voleva chiarire

mercoledì 27 agosto 2014 · Gran Premi
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È nero Niki Lauda: “Fosse successo più avanti, poteva avere senso. Al secondo giro no”. Lui, come tutto il vertice di Mercedes, ce l’ha con Nico Rosberg per il guanto di sfida dietro l’incidente alla chicane di Les Combes al secondo giro del Gran Premio del Belgio: “Errore di Nico, evidente”.

Adesso c’è un rapporto da riequilibrare, forse una gerarchia da imporre. Una disciplina perlomeno: “Gli ordini di scuderia – rimarca Toto Wolff – non ci piacciono. Ma è successo qualcosa di inaccettabile e ci vuole un nuovo sistema”.

Mercedes ne aveva discusso giovedì, anche prima che il weekend s’infuocasse. Lo svela Hamilton, racconta che Rosberg è tornato sui fatti dell’Ungheria, “furioso con Wolff e Lowe” per il gioco di squadra che non c’è stato.

È lo scontro che carica di tensione tutto il weekend e culmina nella collisione in fondo al rettilineo del Kemmel. Intenzionale, sostiene Hamilton a caldo coi cronisti di Autosport: “Rosberg ha detto che avrebbe potuto risparmiarsela, dice che l’ha fatto per mettere in chiaro una cosa”. Testualmente: make a point, che significa sancire un punto chiave. Quale? “Che ne so, chiedetelo a lui”.

Rosberg interviene solo su YouTube, lunedì pomeriggio: “La mia visione dei fatti è diversa da quella di Lewis”. Non entra nel merito, anticipa un chiarimento in forma privata.

Nel frattempo Wolff corregge il tiro a Hamilton: “Nico sentiva di avere il diritto di tenere la sua traiettoria, comunque l’ha fatto per mettere in chiaro una cosa”. Make a point, ancora. Un messaggio da spedire. Di carisma e cattiveria, per ridisegnarsi più aggressivo, più affamato, più antipatico.

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