Libero da un peso e libero di scegliere: tutto il carisma di Alonso dietro l’idea di partire

mercoledì 15 ottobre 2014 · Mercato
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Ci aveva provato Jean Todt, ma aveva offerto l’apprendistato in affiancamento a Schumacher e si era sentito rispondere picche. Devono passare quattro anni per riaprire la trattativa: esce Todt, il matrimonio si celebra nel 2010, Fernando Alonso alla Ferrari, “un binomio micidiale” lo definisce Emerson Fittipaldi.

Di micidiale dopo cinque anni resta la delusione di un’accoppiata stellare che non produce neanche un titolo e vive di alti e bassi, sempre sul filo dello strappo, mentre Maranello soffre le razzie sportive della Red Bull e la riorganizzazione tecnica.

Sta giusto qui la differenza sostanziale tra i divorzi che stravolgono le formazioni per il 2015: Vettel lascia il team con cui ha vinto tutto, Alonso quello con cui non ha vinto niente. Coraggiosi entrambi, di fronte a una mossa che si porta dietro mille rischi.

Ma Vettel si fa convincere “dalle lusinghe”, per dirla come Chris Horner, “dal mito”, per dirla come Helmut Marko. Alonso invece si fa stufare dalle promesse e dalle “cose che non funzionavano”. A questo proposito sottolinea: “Devo fare una scelta anche in funzione della mia serenità”. Ma assicura: “Non sto parlando di un anno sabbatico”. Insomma la strada è tracciata: Fernando dopo sette anni riprende la via della McLaren con la novità dell’Honda. A chi gli parlava di Williams e Lotus, a Sochi rispondeva; “L’anno prossimo non correrò con un motore Mercedes”.

E c’è tutto il carisma di Matador dietro una scelta di campo che nasce da un’intenzione solo sua: “Ho la possibilità di fare quello che voglio, dopo anni di duro lavoro”. Libero da un peso e libero di scegliere. Libero – non a caso – l’aveva definito Maria Teresa de Filippis nel 2008: “Il più intelligente nel circo della Formula 1. Non si può comprare”.

Messa in questi termini, a prescindere dalla tempistica degli annunci ufficiali, la consecutio temporum è palese: il cavaliere delle Asturie straccia due anni di contratto, innesca la trattativa che accalappia Vettel.

La Scuderia del cavallino da parte sua non oppone resistenza: regala alla concorrenza un asso che in cinque anni ha messo insieme il doppio dei punti dei compagni di squadra, si sbarazza di un fardello che secondo Marchionne è mediaticamente ingombrante, ne tira a bordo uno non meno indigesto in termini d’immagine. La vita è fatta di scelte: Alonso ha fatto la sua, Marchionne pure.

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