Storie di team senza speranze: il naufragio dell’Andrea Moda di Sassetti

sabato 25 ottobre 2014 · Amarcord
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I ricambi che scarseggiano, i contratti che scadono e non vengono rinnovati, i dipendenti senza stipendio, i dirigenti che vanno e vengono, i volanti in affitto a chi paga di più, gli ufficiali giudiziari che sequestrano i macchinari per metterli all’asta. Resta difficile stabilire dove finisce la verità e dove cominciano le illazioni. Sta di fatto che Caterham continua a girellare sull’orlo del baratro, con mille incognite e nessuna certezza.

È il collasso della Formula 1 a misura d’uomo, quella che negli anni ha confezionato storie di coraggio e pochi spicci, come pure avventure grottesche senza speranze.

Spicca nell’archivio il caso di Andrea Sassetti che nel 1992 compra il vecchio materiale della Coloni per iscrivere l’Andrea Moda, praticamente uno dei team più sfigati di sempre.

Si presenta a Kyalami alla prima del campionato con Alex Caffi ed Enrico Bertaggia, ma il nullaosta della Fisa non arriva perché il team cerca di iscrivere una macchina ibrida: il telaio di Coloni con la sospensione posteriore della Dallara. Al di là dei cavilli, l’impressione è che il paddock stia cercando protezione a fronte di un azzardo che rischia di diventare una commedia.

Sassetti allora si compra delle macchine complete, le progetta Nick Wirth. Ma salta il debutto anche a Città del Messico. Se ne vanno Caffi e Bertaggia, per Interlagos arrivano Roberto Moreno e Perry McCarty. Anche la storia di McCarthy è singolare: paga 700 dollari per la superlicenza che poi la Fisa gli ritira un attimo prima delle prove. Moreno invece fa le prequalifiche, è 15 secondi più lento della macchina più lenta e quindi non entra in griglia.

Nel frattempo ammonta già a tre miliardi e mezzo del vecchio conio la cifra che Sassetti ha speso per l’ambizione della Formula 1.  Moreno si qualifica solo a Montecarlo, in ultima posizione e non finisce la corsa.

L’epilogo a Spa: in pit-lane si presentano gli ufficiali giudiziari per il sequestro del materiale perché il team non paga i fornitori. Sassetti viene arrestato e poi rilasciato dopo un dibattimento lunghissimo, ma il destino è segnato: la Fisa per la vergogna cancella la squadra dal mondiale.

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