Parla Lance Stroll: vi spiego perché ho lasciato l’Accademia Ferrari

lunedì 8 febbraio 2016 · Mercato
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È la squadra più titolata della storia, il marchio indiscutibilmente più prestigioso in Formula 1. Eppure, Lance Stroll ha voltato le spalle al cavallino rampante e se n’è andato alla Williams. Che è pur sempre un team di successo, ha vinto nove titoli come costruttore e sta tornando in alto, ma resta dietro alla Ferrari per fascino, palmares e seguito di tifosi.

“Ma la Williams ha una grande tradizione di fiducia nei giovani piloti. Ha dato a tanti debuttanti una chance di entrare in Formula 1”. Sta qui la ragione dell’abbandono dell’Accademia di Maranello, è esplicito Stroll nell’intervista esclusiva a motorsport.com: “La Williams è più vicina a quello che cercavamo, perlomeno nel futuro immediato”.

Parla al plurale perché dalla Scuderia se n’è scappato insieme con Luca Baldisserri che l’Accademia l’aveva curata dalla nascita. E conferma senza sottintesi che sbocchi a Maranello evidentemente non ce n’erano, nemmeno dietro le quinte: “La Williams mi ha dato un’opportunità come pilota per lo sviluppo e mi ha concesso del tempo al simulatore. Spero mi possano far guidare anche una macchina quest’anno, il che sarebbe emozionante”.

Lui non ha neanche 18 anni, la Ferrari non era tenuta a promuoverlo tanto in fretta. Ma tra le righe emerge che le prospettive non s’intravedevano nemmeno su un orizzonte di lungo periodo. Del resto, “rispetto alla Williams, la Ferrari ha un approccio diverso. Tende a prendere i veterani per correre per il mondiale”.

Soprattutto, oltre che demagogico il sistema dell’Accademia è complesso e distante: “C’è un training di base, tanti esercizi fisici e mentali. Li fa anche la Williams, ma ti porta più vicino alla squadra di Formula 1, con più simulazioni e più partecipazione ai Gran Premi a contatto con gli ingegneri”.

Un progetto formativo concreto insomma: “Non è solo un campo di addestramento come alla Ferrari”.

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