La nuova Ferrari, secondo Marchionne

sabato 13 febbraio 2016 · Dal paddock
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Il digiuno più lungo che la Ferrari ha mai patito in Formula 1 è lungo 21 anni, va dall’unico mondiale di Jody Scheckter, anno 1979, al primo di Michael Schumacher, anno 2000. Questo per dire che in passato è andata pure peggio: “Ma perdere per dieci anni di seguito sarebbe una tragedia, una tragedia greca”.

Riflette sui numeri, Sergio Marchionne nell’intervista di Pino Allievi per la Gazzetta dello Sport: il cavallino non vince un campionato dal 2007, l’anno della spy-story, l’anno della faida tra Hamilton e Alonso, l’anno dell’iride di Raikkonen e del giallo finale sulle benzine, l’ultima stagione di Jean Todt alla Gestione Sportiva. Un’epoca fa.

Non ha ancora trofei la Ferrari di Marchionne, ma “abbiamo vinto – dice mister maglioncino – togliendo le ingerenze e rifocalizzando il team a fare le cose che erano veramente importanti”.

E ammette: “Quando sono uscite le nuove regole, la Mercedes le ha capite subito. Noi le abbiamo prese un po’ alla carlona“. Ovvero: “Non c’era il motore per vincere, il telaio pure aveva i suoi difetti”.

Sul motore oggi c’è un’indiscrezione di Massimo Rivola: “Adesso vale quanto quello della Mercedes“. Sul telaio invece poche anticipazioni: “Si spera di aver trovato la competitività che è mancata in passato”. Tra parentesi, Maranello forse torna alla sospensione push-rod dopo quattro anni di pull-rod.

Per tutto il resto, al di là delle supposizioni incontrollate dei media, che spesso nemmeno ci hanno preso, niente di ufficiale.

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