Budapest, sensori nei cordoli per punire chi sgarra. La scelta più giusta, ecco perché

lunedì 25 luglio 2016 · Regolamenti
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Il pallone intelligente, il Goal Control contro le reti fantasma, l’occhio di falco nel tennis. La tecnologia al servizio della legge insomma. A Budapest debuttava un sistema sperimentale della Fia per controllare i limiti della pista, si basa sullo stesso impianto che la Federazione già adopera su tutti i circuiti del mondiale per individuare le partenze anticipate attraverso una serie di sensori annegati nell’asfalto.

Il controllo elettronico era riservato alle curve critiche, la 4 e la 11 dove i piloti più che altrove tendono ad allargare la traiettoria per anticipare l’accelerazione. Là i sensori nei cordoli hanno letto la posizione delle macchine per determinare inequivocabilmente le infrazioni. Il riferimento resta la linea bianca: da regolamento non va scavalcata con le quattro ruote.

Whiting sulla base delle osservazioni delle prove libere ha diramato una circolare sabato mattina per specificare che i tempi di qualifica ottenuti violando i limiti della pista sarebbero stati cancellati. Senza pietà: “Tolleranza zero”. Poi comunque per via della pioggia i cordoli non li ha presi nessuno.

Era diversa invece la direttiva per la gara. Più mite: tre infrazioni sono concesse, alla quarta c’è il drive-through, in base a un accordo che è venuto fuori dal meeting coi piloti. Alonso c’è andato vicinissimo, ha preso tre ammonizioni e poi s’è dato una calmata. Conclusione: nessuna sanzione per nessuno.

Vettel comunque venerdì sera diceva che la storia dei sensori è tutta una cavolata, come il divieto delle radio: “Se la traiettoria migliore passa fuori della pista, è la pista ad essere sbagliata”. Erano dalla sua pure Luca Filippi e Matteo Bobbi su Twitter: “Meglio costruire delle piste dove perdi tempo se vai largo invece di guadagnarlo”.

Ma qui piuttosto è una questione di credibilità, perché c’è una regola e la direzione corsa a Silverstone in qualifica aveva cancellato i tempi di Hamilton, Alonso e Hulkenberg sulla base dei video della regia internazionale. E le immagini sono sempre soggette a interpretazione, per cui il giudizio alla fine non è infallibile come dovrebbe e la tolleranza zero non regge.

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