Il casco di Nasr per Monza: Nuvolari, Farina, Ascari, de Angelis e Alboreto per l’omaggio all’Italia

venerdì 2 settembre 2016 · Amarcord
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Il regolamento della Fia prescrive grafica fissa per il casco tutta la stagione, ma da quest’anno un’eccezione, una sola, è concessa e ognuno se la gioca come meglio gli pare. Nasr a Monza omaggia l’Italia, lui che nel belpaese s’è trasferito nel 2009 quando ha cominciato a correre in Europa.

Tra i nomi delle curve di Monza e il nastro tricolore, i volti degli italiani che hanno fatto la storia delle corse. In ordine cronologico: Nuvolari quando la Formula 1 ancora non c’era, Farina il primo iridato, Ascari passionale e brutale, de Angelis gentile e sfortunato, Alboreto l’ultimo italiano a sfiorare il mondiale.

Tazio Nuvolari

Il mantovano volante, per la malattia non fa in tempo ad affacciarsi in Formula 1, per Ferrari comunque resta lui “il pilota” per eccellenza, una leggenda indelebile sulle moto e sulle auto, “il più grande del passato, del presente e del futuro” secondo Ferdinand Porsche.

Nino Farina

Nel giorno in cui sboccia la Formula 1 a Silverstone, conduce la tripletta dell’Alfa Romeo, realizza l’hat-trick e sfiora anche il grand chelem. Che gli sfugge per quei 7 giri in cui al comando transitano Fangio e Fagioli. A fine anno è iridato, il primo della storia. Poi entra in lenta fase calante.

Alberto Ascari

Un asso negli anni in cui la Formula 1 si fa progressivamente più seria. Pure per lui Ferrari ha ammirazione oltremisura, si fa perfino convincere a giocarsi le carte al catino della 500 Miglia di Indianapolis che ha sempre snobbato. Nel 1955 il destino lo grazia nel tuffo nelle acque del porto a Montecarlo, lo segue fino a Monza e lo condanna quattro giorni dopo in un test che nemmeno avrebbe dovuto fare.

Elio de Angelis

Il campione gentiluomo, il ragazzo educato dallo sguardo triste. Se ne va a 28 anni, ai test a Le Castellet nel 1986, per l’asfissia provocata dal fumo che ha respirato per quasi otto minuti dopo l’incidente. Gli restano solo due vittorie, una è spettacolare, in volata su Rosberg all’Osterreichring nel 1982.

Michele Alboreto

Ferrari lo giudica “veloce e di bello stile”. Lo prende. Il 1985 sembra il suo anno, ma dalla lotta con la McLaren di Prost esce sconfitto: per una sequela indicibile di guasti, tutti riconducibili al motore, da metà stagione in poi non gli ha tenuto testa. Resta l’ultimo italiano vincente sulla rossa nazionale. Se ne va nel 2001 nei test per la 24 di Le Mans con l’Audi al Lausitzring.

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