Felipe Massa dice basta. La storia del diamante grezzo che arrivò a una curva dal mondiale

venerdì 2 settembre 2016 · Amarcord
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Il prologo della storia è del 2001, al Mugello nei test a metà settembre c’è un ragazzino paffutello e silenzioso sulla Sauber di Raikkonen, fa una prestazione strabiliante, dialoga coi tecnici, lascia un’ottima impressione nel box. Sauber è deciso: lo vuole nel 2002.

Inizia lì la carriera di Felipe Massa in Formula 1, un’avventura di alti e bassi che abbraccia un arco temporale di 15 anni e conta quasi 250 Gran Premi:

I have so many great memories over the years and thank everyone in all the teams I have come through to help me get to where I am today. My career has been more than I ever expected and I am proud of what I have achieved.

Lui alle prime armi è un diamante grezzo. Veloce, ma irruento. Un po’ com’è adesso Max Verstappen. Tant’è che Jacques Villeneuve esattamente come per Verstappen è caustico, lo demolisce nelle interviste e nei briefing. Massa gli risponde per le rime, con un motto da Decamerone che entra nella storia: “Tanto Villeneuve è un tonto. Solo così puoi definire uno che lascia la Williams per correre con la Bar”.

Ma il destino fa un gioco strano, nel 2005 lo mette in coppia giusto con lui. E là nasce un rispetto reciproco, anche perché nel frattempo Felipe cambia e si affina, fa meno vaccate e soprattutto collauda la Ferrari che nel 2006 lo schiera con Schumacher quando si rompe l’idillio con Barrichello.

Resta la gara di Interlagos nel 2008 il punto più alto della carriera, il titolo sfiorato, il pianto al traguardo per una vittoria irreprensibile che non basta perché Hamilton all’ultima curva si prende su Glock la posizione che gli dà la certezza del mondiale.

È una botta psicologica, l’anno dopo ne arriva un’altra anche più seria. Fisica oltre che morale, la molla dell’ammortizzatore di Barrichello sul casco in qualifica a Budapest. Non l’ammazza, ma quella è una specie di svolta. La Ferrari comunque gli dà fiducia, lo tiene a bordo fino al 2013, fondamentalmente perché non ha alternative serie.

Poi la Williams lo prende al posto di Maldonado e là Massa scopre che c’è vita anche dopo Maranello. E come Zlatan Ibrahimovic che sognava di giocare per tutte le squadre che alla fine l’hanno ingaggiato, pure lui confessa: “Da piccolo ho sempre desiderato di correre per la Williams”.

Il percorso adesso si chiude, praticamente Massa esce di sua iniziativa prima che la squadra lo metta alla porta. Giura che non ha neanche sentito gli altri team, lascia intendere che la decisione di fermarsi è sua perché forse qualcuno un’offerta per il 2017 gliel’avrebbe pure formulata. Forse. Boa sorte, Felipe.

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