Non è una bufala, Haas chiede i danni a Sepang per l’incidente di Grosjean

giovedì 5 ottobre 2017 · Dal paddock
tempo di lettura: 2 minuti

Non s’è fatto male nessuno, ma i danni qualcuno deve pagarli. L’Haas calcola che l’incidente di Grosjean nelle prove libere del Gran Premio di Malesia è costato 650 mila dollari tra sospensioni, scocca, ali e fondo piatto, intravede la possibilità di chiedere il risarcimento al circuito per omissione di cautela.

C’è un documento ufficiale della Fia in cui Charlie Whiting chiarisce che la grata di drenaggio su cui Grosjean ha perso il controllo è saltata perché ha ceduto una delle saldature. La Fia c’entra fino a un certo punto, perché gli interventi di manutenzione sulle piste vengono gestiti in autonomia dall’organizzazione. Per cui teoricamente gli estremi per l’indennizzo ci stanno.

Tant’è che nel weekend su internet girava già una fattura intestata a Razlan Razali, il boss del circuito: “Un tentativo malizioso – rispondeva lui – di rovinare l’ultimo Gran Premio di Malesia”.

Una bufala in effetti. A metà comunque: perché se la fattura è un fake, è concreta invece l’intenzione dell’Haas di procedere per vie legali. Lo fa sapere Gunther Steiner alla stampa spagnola:

We can’t simply say ‘Ok, we lose three quarters of a million dollars because someone forgot to do some welding’. We paid to come to Malaysia. Everyone pays. We have talked about it and they were professional. They have insurance, so let’s see what we can do.

È un punto interessante perché può creare un precedente con cui andrebbero a confrontarsi tutti i circuiti. E sarebbe pure ora: a Monte Carlo l’anno scorso Button ha sfasciato l’ala contro il coperchio di un tombino.

Al di là della piega che può prendere la questione, resta il fatto che la Formula 1 esce indenne da un pericolo del quale è sfuggita la dimensione reale: quella grata era lunga mezzo metro e larga 30 centimetri, è schizzata per aria e poteva finire dovunque…

Fia, Grosjean, Haas, Sepang, Steiner, Whiting,