Da Prost a Vettel, poche rose e tante spine: Suzuka alla Ferrari ha più tolto che dato

martedì 10 ottobre 2017 · Amarcord
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È la storia, finisce che certe piste, per circostanze avverse e sfortunate, diventano la bestia nera di una squadra. La Ferrari a Suzuka vinceva il titolo con Schumacher nel 2000 e nel 2003. Ma in 30 edizioni di gara, il circuito nel parco giochi dell’Honda al cavallino rampante ha più tolto che dato.

1990. Per tenere vive le speranze, Prost ha bisogno di vincere, in pole c’è Senna che pretende la piazzola sul lato esterno. La Fia gliela nega, Ayrton si fa giustizia da solo: sperona la Ferrari alla prima curva, la spedisce nella sabbia e si porta a casa il titolo. A risarcimento dei veleni personali del 1989 col Professore, una querelle in cui la rossa non c’entra niente.

1998. La tensione taglia le gambe a Schumacher che sciupa la pole, lascia spegnere il motore della Ferrari alla partenza e deve ripartire dal fondo. La rimonta è furiosa, s’infrange al giro 31 sui detriti dell’incidente tra Tuero e Takagi. Mentre Hakkinen fila in pace verso la vittoria e si laurea campione.

1999. Schumacher ha in mano il destino di Irvine, può vincere il Gran Premio, portare indirettamente l’iride nella bacheca del compagno di squadra. Invece fallisce la partenza, si fa scappare Hakkinen che conquista gara e secondo titolo. La Ferrari comunque fa suo il mondiale costruttori, un riconoscimento d’oro nell’anno in cui Schumacher è stato fuori tre mesi per infortunio.

2006. Schumacher rompe il motore per la prima volta dopo sei anni. C’è ancora una corsa, fatto sta che Alonso con la vittoria mette una seria ipoteca sul campionato. E ruggisce: “Quando lui s’è fermato ho chiuso il pugno con forza, con gioia. Ho chiesto alla squadra dove fosse Massa, temevo mi buttasse fuori per aiutarlo. Per la Ferrari vale tutto”.

2012. Vettel sulla Red Bull annulla la fuga di Alonso che alla partenza si gira alla prima curva con la gomma floscia dopo la pizzicata che subisce da Raikkonen. Quel mondiale, Matador lo perde per tre punti.

2017. Una candela capricciosa condanna Vettel al ritiro dopo cinque giri. Si completa una trasferta asiatica stregata che gli porta solo 10 punti in tre gare. Mentre Hamilton s’invola.

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