Il ragazzo delle dediche

giovedì 12 ottobre 2017 · Dal paddock
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C’è ancora il round di Abu Dhabi l’ultimo weekend di novembre in concomitanza con l’ultima prova del mondiale di Formula 1, ma Charles Leclerc il conto in Formula 2 l’ha già chiuso, sabato pomeriggio a Jerez.

Identikit, in sintesi: classe 1997, bandiera monegasca, pilota Prema, recluta dell’Accademia della Ferrari, mette a segno il titolo in una stagione da incorniciare, sei vittorie e otto pole su dieci, un bollettino da leader che fissa il nuovo record della serie cadetta, un’autorità che manco Rosberg e Hamilton ai tempi della GP2. E dice che al trionfo ci ha creduto da subito:

Arriving to Barcelona it became clear that we had the pace to win the championship and that if we were doing the job correctly we had good chances to win the championship.

Il suo è un successo con dedica, a giugno ha perso il papà prima della tappa di Baku. Un anno fa il titolo in GP3 l’aveva dedicato a Bianchi. Per cui adesso basta dediche:

I would prefer to not dedicate any other titles in the future. Last year I dedicated to Jules, this year to my father, so hopefully next year I don’t… Well, next year maybe it might be a bit more difficult to win, but hopefully I don’t need to dedicate any other titles.

Già, che succede l’anno prossimo? Sui piani non si sbilancia, glielo vieta il management. Ma già quest’anno Leclerc ha ottenuto quattro uscite con la Sauber, probabile abbia in tasca anche un contratto da titolare per il 2018 grazie alla via preferenziale che gli assicurano i rapporti con la Ferrari. Perché la storia purtroppo dimostra che il curriculum certe volte non basta.

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