Intoppi di sviluppo e incidenti balordi: tutti gli errori della Ferrari (e di Vettel) nel mondiale 2017

sabato 9 dicembre 2017 · Amarcord
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Anche quest’anno, la Ferrari vince l’anno prossimo: l’iride va nella bacheca di Stoccarda mentre Maranello fa il conto dei danni e stecca la migliore occasione dai tempi del debutto dell’ibrido. Pesano, a livello tecnico e sportivo, una serie di errori che fanno riflettere. Vettel dice che la stampa in Italia non è tenera con la Ferrari. Pazienza.

La ruotata di Baku. Hamilton è lento sotto safety car, Vettel lo tampona, si sente provocato e reagisce con una mattata, l’affianca e gli dà una ruotata. Danni alle macchine nessuno, alla dignità abbastanza: Vettel presenta le scuse solo una settimana dopo, è la scappatoia a un possibile procedimento giuridico. Ma con quella mossa – e lo stop-and-go che ne deriva – Seb lascia per strada un’opportunità di successo.

Olio piccante, parte 1. La Ferrari osa troppo con le percentuali di olio di lubrificazione nella benzina, è costretta a un passo indietro a seguito dell’intervento della Fia prima di Baku. Cade la testa di Lorenzo Sassi, il capo progettista dei motori dal 2014.

Olio piccante, parte 2. A Spa la Mercedes per schivare il nuovo limite di tolleranza sull’olio nella benzina anticipa strategicamente l’ultimo step dell’ibrido e si assicura un bonus di potenza. Marchionne pontifica: “Siamo tranquilli, loro non possono più sviluppare, noi sì”. Invece il cavallino quel surplus di potenza non lo trova.

L’incidente di Singapore. Non è sveglio Vettel in pole, cerca una mossa estrema per proteggersi, chiude in direzione di Verstappen mentre Raikkonen azzecca lo spunto e cerca il sorpasso a filo col muretto: è un autoscontro che lancia Hamilton in testa, una caporetto per le rosse che per la prima volta nella storia non passano il primo giro di gara. Arrivabene si fa coraggio: “Non è finita, è solo più difficile, ma non è finita”. Vettel è un caso, i guai pare se li cerchi, lo conferma l’incidente balordo con Stroll nel giro di rientro in Malesia.

La qualifica di Sepang. Nelle libere i meccanici individuano un problema elettrico al motore, cambiano parte termica e turbo nella pausa prima delle qualifiche. Vettel all’inizio del Q1 fa il giro di installazione come vuole la prassi. E segnala: “No turbo”. Torna ai box, la squadra smonta il cofano motore, la telemetria dà temperature e pressioni sballate. Di fatto, la qualifica di Seb non comincia nemmeno e compromette un altro weekend.

La candela di Suzuka. Si materializza un’altra beffa, una candela capricciosa condanna Vettel al ritiro dopo cinque giri. Si completa una trasferta asiatica stregata che gli porta solo 10 punti in tre gare. Mentre Hamilton prende il volo per il quarto titolo.

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