La politica delle chiacchiere

venerdì 6 aprile 2018 · Politica
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Novanta minuti di discussione a porte chiuse nel retro box a Sakhir, alla fine Liberty Media e le squadre se ne escono con un comunicato congiunto che traccia le linee guida su cinque aree chiave: motori, costi, ricavi, regole e governance.

In Bahrain la Formula 1 mette nero su bianco i punti fermi per un quadro di regole e gestione dal 2021 in poi. C’è una parola ricorrente che è standardizzazione, c’è la volontà di limitare lo sviluppo di ogni elemento che il pubblico non vede e non comprende. Praticamente metà macchina. Il rischio è di andare verso uno sport che s’appiattisce sul piano tecnico.

Quanto alla distribuzione dei ricavi, l’intenzione è di tagliare i benefit alle squadre storiche, resta da capire quanto sia effettivamente favorevole la Ferrari che da anni gode di un bonus per la fedeltà. E resta da capire come questo punto del programma possa conciliarsi con l’altro, la necessità di assicurare la riconoscibilità – e in un certo senso il merito – ai big. Testualmente:

The new revenue distribution criteria must be more balanced, based on meritocracy of the current performance and reward success for the teams and the Commercial Rights Holder.

F1s unique, historical franchise and value must and will still be recognised.

In sostanza il risultato del meeting del Bahrain è l’ennesima pagina di proposte dalla valenza squisitamente politica, cose già scritte e già sentite per tenere buone le squadre da un lato e i tifosi dall’altra. Niente di concreto su strategia e tempi di attuazione.

Horner auspica una soluzione entro due mesi. E Wolff: “È l’inizio di un dialogo”. In sala stampa chiedono a Raikkonen lui cosa ne pensi: “Si parla del 2021, io non penso di esserci”.

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