Quel test del 1978 al circuito di Balocco per il ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1

mercoledì 30 maggio 2018 · Amarcord
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Su progetto di Chiti e Autodelta, il 30 maggio del 1978 l’Alfa Romeo sforna una macchina tutta sua per il rientro da costruttore dopo tre anni da motorista. La data per convenzione è quella del primo test, al circuito di Balocco con Vittorio Brambilla.

C’è un solo telaio, sigla di progetto 177-001, il motore è il 12 cilindri boxer che già usa la Brabham, modello 115-12, potenza massima 520 cavalli, regime di rotazione massimo 12 mila giri a minuto.

Non è un buon test, il responso della pista sconsiglia il debutto anche dopo il secondo rodaggio, ad agosto a Le Castellet, una prova della verità a cui prende parte anche Lauda.

Il problema di fondo è presto inquadrato: non c’è confronto perché quella macchina ancora non mette in pratica i principi dell’effetto suolo che sta prendendo piede.

Il debutto slitta, nel frattempo Brambilla s’infortuna a Monza alla partenza del Gran Premio d’Italia, si prende una ruota sul casco e perde coscienza nell’incidente che costa la vita a Ronnie Peterson. Per cui l’Alfa resta senza collaudatore, l’incombenza delle prove se la ripartiscono Giorgio Francia e Bruno Giacomelli.

Il Biscione rivede la corse solamente a maggio, a Zolder, c’è un solo telaio anche in quel caso, de Angelis lo sfascia al giro 21. Col tempo comunque l’Alfa degli anni Ottanta ritrova l’onore dei punti, non vince ma arriva seconda con De Cesaris in Germania e Sudafrica nel 1983, prima di smontare un’altra volta la baracca alla fine del 1985.

Alfa Romeo, Lauda, Monza,