Spielberg e il Gran Premio d’Austria, 10 curiosità che non sapevi di non sapere

giovedì 28 giugno 2018 · Appunti di viaggio
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1. C’è Spielberg e Spielberg. Da commentatori saccenti e scribacchini maldestri arrivano richiami letterari arditi, ma la pista di Spielberg non c’entra niente con la fortezza di Spielberg dove fu messo al carcere duro Silvio Pellico. Quella si trova in Repubblica Ceca dalle parti di Brno.

2. Non solo motori. A 10 chilometri dall’autodromo c’è il planetario di Judenburg, è ospitato nella torre della città a 75 metri di altezza. Le statistiche dicono che si tratta del planetario più alto del mondo.

3. Storia e cultura. Se invece le stelle non vi interessano, c’è Seckau, un borgo che conta poco più di mille anime e vanta un’abbazia benedettina che risale al 1142 e per secoli è stata il luogo di sepoltura degli Asburgo dell’Austria Interiore.

4. Make up. La ristrutturazione del vecchio Osterreichring nel 1997 è stata finanziata da A1, la prima compagnia telefonica austriaca. Il che spiega l’etichetta di A1-Ring. Che poi s’è tramutata in Red Bull Ring quando è subentrata la Red Bull.

5. Piccolo, ma non proprio. Il circuito di Spielberg si impara presto: in tutto il calendario è quello con meno curve, otto appena. Ma non è il più corto.

6. Vicini vicini. La pista si trova dall’altro lato della Murtal Schnellstrasse rispetto alla base aerea di Zeltweg che nel 1964 ha ospitato un’edizione fugace e scomposta del Gran Premio d’Austria. La vinse Lorenzo Bandini.

7. La prima del leone. A Spielberg ha esordito Mansell nel 1980, ma non è stato un debutto fortunato, in gara una perdita di benzina ha inondato l’abitacolo e gli ha ustionato le chiappe: “Era come se mi stessero spellando con un coltello”.

8. Genialate. Nelle prove a Spielberg nel 1983 la Tyrrell prova l’ala posteriore a boomerang, un profilo biplano più basso. Resta un esercizio di tecnica, Alboreto la ritiene inidonea per una macchina di media potenza.

9. (Dis)ordini di squadra. Spielberg evoca inevitabilmente episodi infelici di ordini di scuderia. Il più clamoroso è del 2002 e se lo ricordano tutti, Barrichello sul traguardo lascia la vittoria a Schumacher. Ma Barrichello sempre a Spielberg l’anno prima ha già regalato un secondo posto. E nel 1998 a vantaggio di Schumi s’è sacrificato pure Irvine per il podio.

10. Insieme appassionatamente. Nel 2014 in occasione del ritorno della formula 1 a Spielberg, la Red Bull ha organizzato la parata delle leggende a passaporto austriaco: Lauda, Berger e Marko le punte, con innesti meno gloriosi tipo Klien, Friesacher e Wurz. A proposito: il diario dei Gran Premi di F1WEB.it è disponibile in riedizione a prezzo speciale in print-on-demand su ilmiolibro.it.

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