Quella lezione di guida (e di vita) di Hamilton a Verstappen nella saletta dietro il podio in Brasile

domenica 11 novembre 2018 · Dal paddock
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Il dopogara di Interlagos su Tv8 è un pollaio squallido in stile Uomini e Donne dove Giancarlo Bruno con pazienza e carte alla mano prova a spiegare le regole a un conduttore che frigna e non sa quello che dice, mentre in sottofondo si sovrappongono gli starnazzi di gente decaduta. Fisichella, Trulli, Capelli.

È il degno finale di un weekend in cui l’informazione non s’è distinta per obiettività e compostezza dopo le qualifiche, per la vicenda di Vettel alla pesa e la mancata inchiesta su Hamilton.

Eppure, Capelli alla fine in quel salotto chiassoso e disinformato pone un’osservazione giustissima: diamo pure addosso a Ocon – che è un idiota, ha fatto una vaccata, s’è macchiato il curriculum, d’accordo – ma Verstappen un po’ di sale in zucca poteva mettercelo e non prendersi rischi se voleva portare a casa la vittoria.

Che poi, è pure la posizione di Hamilton. Fa un certo effetto anche scriverlo, ma oggi il più saggio è lui. Nella saletta dietro al podio catechizza Verstappen che sta spiegando a Raikkonen l’incontro ravvicinato con Ocon. Il dialogo:

Verstappen: I got taken out by Ocon. In the lead. He wanted to unlap himself.

Hamilton: But he is allowed to unlap himself.

Verstappen: Yeah, I know. But I mean, you can’t crash into the leader, can you?

Hamilton: He had nothing to lose and you had it all.

Appunto. Verstappen non replica, Hamilton sbatte in faccia al bimbo e al mondo un’altra lezione. Di guida e di vita.

Per il resto, è la legge del karma: Verstappen che perde la gara perfetta per un’azione sconsiderata da parte di uno che non c’entra niente, dopo che lui di azioni sconsiderate a danno di mezzo paddock ne ha infilate una successione inenarrabile per due anni prima di placarsi. Chi di spada ferisce, di spada perisce.

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