Gran Premio del Brasile 2019 a Interlagos: sintesi, risultati, parole e statistiche
domenica 17 novembre 2019 · Race highlights
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La scia negata a Monza, il patto violato a Sochi: la Ferrari ha un problema che si chiama disciplina, e non è chiaro se non venga imposta oppure non venga osservata, sta di fatto che a Interlagos costa il podio e la faccia. La Mercedes invece ha un problema che si chiama surriscaldamento del motore, ferma Bottas e preoccupa Hamilton. Entrambe, hanno un problema condiviso che si chiama Red Bull, oppure Honda, a seconda di come si voglia motivare un recupero stupefacente.
L’ordine d’arrivo. Verstappen su Gasly e Sainz, a punti Raikkonen, Giovinazzi, Ricciardo, Hamilton, Norris, Perez e Kvyat. Fuori Bottas, Stroll, Leclerc e Vettel.
Il momento chiave. Il giro 52, Bottas si ritira, la direzione corsa mette la safety car: la Red Bull dà gomme fresche a Verstappen, la Mercedes non marca stretto, per cui Hamilton nel rush finale non ha le cartucce per difendersi.
Fratelli coltelli. È un episodio pruriginoso, la collisione sul dritto fra le Ferrari a sei giri dal traguardo: Vettel dice che l’altro non gli ha lasciato spazio, Leclerc risponde che lui lo spazio l’ha lasciato. Per i commissari, colpe condivise. Che poi è pure il punto di vista di Binotto:
They were free to fight, but they know that silly mistakes are something we should avoid for the team itself. I think the drivers need to feel sorry for the team.
Chi ha vinto. Verstappen che due volte perde la leadership e due volte se la riprende su Hamilton, con quei sorpassi che l’hanno fatto conoscere al mondo. Meraviglioso, quand’è in giornata. E se parlasse meno e facesse meno polemiche sarebbe perfetto.
Chi ha quasi vinto. Gasly al primo podio di carriera: e chi glielo doveva dire all’inizio dell’anno, che l’avrebbe acciuffato dopo la retrocessione in Toro Rosso. Ma che gara fa pure Sainz: da ultimo a terzo con un solo pit stop. Le grane degli altri premiano anche l’Alfa Romeo che piazza Raikkonen in P4 e Giovinazzi in P5.
Chi ha perso. La Ferrari, perché al netto dello scontro fra Vettel e Leclerc, in Brasile il ritmo per vincere ce l’aveva solo nelle libere. Ma perde pure la Mercedes che fa almeno tre errori: lascia Hamilton nel traffico dei doppiati e lo chiama dentro con un giro di ritardo, dopo la prima sosta non gli dà i comandi esatti per le mappature del motore e nel finale non gli cambia le gomme quando lo fanno tutti alla prima safety car. Wolff deve tornare in fretta. Intanto, la sintesi di Allison:
It was a very disappointing day where we made some mistakes and paid the price for doing something that was too optimistic.