Cos’è successo ai test di Imola e perché la Fia ha chiesto chiarimenti alla Ferrari a Miami

venerdì 6 maggio 2022 · Test
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Il weekend della Ferrari a Miami comincia con un piccolo giallo sulla condotta ai test di Imola, per una presunta violazione del regolamento sulle prove che le squadre svolgono a porte chiuse per conto di Pirelli.

In pratica, due team hanno segnalato alla Fia che ai test delle gomme dopo il Gran Premio dell’Emilia Romagna, sulla base di alcune immagini sembra che il fondo dell’auto di Sainz, che ha guidato mercoledì pomeriggio, sia diverso da quello montato da Leclerc nella sessione della mattina.

La differenza, secondo quanto è trapelato, starebbe in alcuni elementi aerodinamici che gli avversari ritengono finalizzati a risolvere il problema del porpoising. Che affligge la Ferrari come tante altre, la Mercedes soprattutto.

Il regolamento sui test delle gomme invece è rigidissimo, vieta di montare novità e concede solo componenti che siano stati già utilizzati in una gara oppure a un test precedente. Nell’anno del campionato in corso, tra l’altro. Non solo: le auto devono essere conformi alle specifiche della Fia come se fossero in gara.

Di qui il sospetto, legittimo. E il chiarimento negli uffici della Federazione, nel paddock di Miami: la Ferrari assicura che il fondo di Sainz fosse una versione già vista all’inizio della stagione e che la sostituzione fosse indispensabile dopo un danno prodotto la mattina.

La Fia si dice soddisfatta e chiude il caso, ma Alpine e McLaren invocano trasparenza. Dice Brown: “Se è andata così, che vengano mostrate le prove a tutti. Non molto tempo fa c’è stata la questione del loro motore, non s’è mai saputo esattamente di che si trattasse e quali provvedimenti siano stati presi”.

Si riferisce al patteggiamento segreto tra Maranello e Parigi, all’inizio del 2020 in merito al monitoraggio del flusso di benzina. Un precedente pericolosissimo su cui la Fia non ha mai fatto luce nonostante la pressione degli avversari.

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