Il super bowl della Formula 1 (e la spiaggia finta): perché il Gran Premio di Miami è l’evento dell’anno

giovedì 5 maggio 2022 · Gran Premi
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Spettacolare, è la parola più ricorrente nelle note di presentazione delle squadre per Miami, questa destinazione che Liberty Media ha inseguito caparbiamente per anni, attraverso un iter travagliato fra rinvii e opposizioni amministrative.

Doveva essere Biscayne Boulevard la location nella bozza, è invece finita con l’abitato di Miami Gardens, nell’area intorno all’Hard Rock Stadium, una posizione più indolore e tuttavia meno scenografica, al punto che l’organizzazione ha pensato che la baia con le barche dei vip – in vendita e pronta consegna – andasse comunque allestita, su un parquet di acqua di smeraldo. Fintissima, chiaramente. C’è anche una piccola spiaggia, con sdraio e ombrelloni.

In modo poco politically correct si direbbe un’americanata in tutto e per tutto, che rischia di suggerire al mondo e agli States che la Formula 1 è questa, farlocca e artificiale, fissa a perseguire lo spettacolo a tutti i costi. Com’è anche stato, del resto, nel momento clou dell’ultima stagione.

Eppure: “Siamo tutti eccitati, non solo i piloti. Credo anche i tifosi”, conviene Verstappen. A ragione, visto il trend delle prenotazioni: un posto sullo yacht con vista sul tornante costa 10 mila dollari. “È sorprendente, stiamo spaccando in America”, la sintesi di Hamilton. È “il fascino del super bowl in Formula 1”, secondo Zak Brown della McLaren che aspetta mille ospiti nell’arco del weekend: “Sono da vent’anni in Formula 1, non c’è mai stata un’attesa del genere”.

Fin qui l’incanto del superlusso. Il resto è una sfida tecnica inedita, su un circuito che nessuno conosce e che sulla carta è già un trionfo dell’ingegneria, perché non è da tutti inventarsi una pista decente in un parcheggio: l’America ci aveva già provato al Caesars Palace di Las Vegas nell’81, non fu un bel vedere.

Miami oggi è un’altra storia. Vettel: “Per quanto ho visto al simulatore, ci sono un bel po’ di curve impegnative”. Gasly: “Sono tutte curve diverse, è stupefacente”. Magnussen: “Sembra una versione in miniatura di Baku, non sarà difficile sorpassare”. Tsunoda è l’unico che va controcorrente: “A me pare una pista da Formula E, nel settore centrale mi immagino che traffico”.

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