Le obiezioni della Ferrari sulla temperatura della benzina: perché le Red Bull rischiavano la squalifica

lunedì 23 maggio 2022 · Regolamenti
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È un dato di fatto che in Spagna la Red Bull avesse guai con il drs, ma non è un problema che spiega tutto. Per esempio, non spiega perché Verstappen e Perez siano stati gli ultimi ad andare a schierarsi.

Horner sostiene che i meccanici siano rimasti fino all’ultimo a lavorare sull’ala, invece la ragione è un’altra e sta nelle procedure sul controllo della benzina. Le nuove procedure, che poi sono le vecchie: il regolamento vuole che la differenza fra la temperatura della benzina e l’ambiente non superi i 10 gradi, ma da Barcellona era previsto che si cambiasse e il limite minimo per la benzina venisse portato a 18 gradi, a prescindere dalle condizioni esterne.

Modifica su cui la Ferrari ha espresso obiezioni, perché il suo motore pare non soffra il caldo quanto Honda – cioè Red Bull – e Mercedes che infatti giocano sul raffreddamento del carburante per questioni di affidabilità più che prestazioni.

È un punto importante, nelle gare calde soprattutto. Come in Spagna, appunto: domenica si toccavano i 35 gradi, la nuova regola avrebbe permesso alla Red Bull di partire con la benzina a 18 gradi, invece il team non doveva scendere sotto 25. Di qui la necessità di lasciare che i motori girassero in garage in attesa che la temperatura salisse sopra la soglia minima, per non sovraffaticare il motore e comunque essere a posto con la Fia.

Poteva finire come a Miami per l’Aston Martin, che per scaldare la benzina è andata oltre la scadenza per schierarsi ed è partita dai box. Ma poteva finire anche peggio, cioè senza gara. Le informazioni raccolte da Auto Motor und Sport dicono che la Red Bull non fosse in regola quando si è aperta la pit lane, ma si è allineata in tempo per andare sulla griglia. All’ultimo secondo, letteralmente, visto che Verstappen e Perez sono usciti 8 secondi prima del semaforo rosso.

Questo prova che la Ferrari si è mossa con malizia e già stava per vederne frutto. Resta il fatto che ancora non c’è assenso sulla lettura della norma, nel punto in cui il regolamento dice che i requisiti valgono “quando l’auto è in uso”. Secondo l’Aston Martin, l’auto è in uso quando esce dai box. Secondo la Ferrari, è in uso già quando si avvia il motore.

Con questa interpretazione, andavano squalificate le Aston Martin a Miami e, chiaramente, le Red Bull a Barcellona. Ma la Fia dà una lettura diversa, di buon senso in effetti. Alla fine Binotto riconosce: “Ci fidiamo delle lore misure”. Anche perché, dopo la disfatta spagnola, Maranello ha grane più serie.

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