Altra macchia sul 2021: violazioni al tetto di spesa, cosa rischia la Red Bull (e Verstappen)

venerdì 30 settembre 2022 · Regolamenti
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La bomba piove nel paddock di Singapore fra giovedì e venerdì, la stampa tedesca sostiene che ci sarebbero anomalie nei conti di due squadre in relazione al tetto di spesa dell’ultimo campionato, 145 milioni di dollari, esclusi marketing, ingaggi di piloti e tecnici di punta, ammortamenti e costi esecutivi.

Tempo poche ore e nel paddock circolano anche i nomi. La prima è l’Aston Martin e sinceramente non gliene frega niente a nessuno perché la famiglia Stroll non ha cambiato la storia. L’altra è la Red Bull, e qui il problema si fa serio.

Prima di tutto perché il film è già visto: nel 2011 l’indagine che la Fota aveva commissionato a Capgemini per verificare il rispetto dell’alleanza sulla riduzione delle risorse aveva segnalato “discrepanze nell’inserimento delle voci” nel bilancio della Red Bull. All’epoca era una questione fuori dalla giurisdizione della Federazione, perché il limite di budget era un fatto velleitario, un patto fra gentlemen piuttosto che un accordo vincolante.

Stavolta invece le regole sulle spese fanno parte del quadro normativo del campionato, per cui la Fia può agire. Intanto dice:

The FIA notes significant and unsubstantiated speculation and conjecture in relation to this matter, and reiterates that the assessment is ongoing and due process will be followed without consideration to any external discussion.

Le sanzioni, allora: a seconda della gravità dell’infrazione, dall’ammenda semplice al ridimensionamento delle spese per gli anni a venire. Qui sta l’altra parte del problema, un nodo cruciale della nuova Formula 1 dopo la rivoluzione globale: chi droga gli investimenti è punito a posteriori e intanto inquina un mondiale. O più di uno. Wolff giustamente dice:

The crucial part is that if you’ve been over in ’21, then you’ve been over in ’22, that means you have an advantage into ’23

Horner dall’altro lato della barricata si dice sereno. Anche perché, regole alla mano, il titolo di Verstappen non rischia. Ma sul 2021 cade un’altra macchia dopo la caciara di Abu Dhabi sulla quale la Fia ha già riconosciuto lo sfondone.

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