L’infortunio, l’intervento e le placche nel polso: ma Stroll era veramente in forma per guidare?

lunedì 6 marzo 2023 · Dal paddock
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Il primo indizio che l’Aston Martin non fosse un bluff da test invernale è arrivato per via indiretta, dall’accelerazione che Lance Stroll s’è imposto per recuperare dall’infortunio che gli è capitato in bici mentre si allenava in Spagna e che l’ha messo fuori gioco ai test di fine febbraio. Dove il team ha dovuto schierare Drugovich.

Frattura scomposta di un polso, microfrattura dell’altro, un intervento chirurgico in extremis per mettere placche e viti, e Stroll venerdì nelle prove libere è già in auto, a due settimane dai fatti:

It was frustrating not to be out in Bahrain for the pre-season test and I was disappointed to miss the three days of running. However, given the injury to my wrist, the team and I felt it was best to focus on recovery so that I would be ready for this weekend and the long season ahead.

Più forte degli acciacchi, come altri prima di lui. Lauda nel ’76, due costole rotte per un ribaltamento col trattore. Arnoux nell’82, trauma alla schiena per una bravata a una gara di motonautica. Webber nel 2008 e poi ancora nel 2010, pure lui in bici. E lo stesso Alonso, che in Bahrain tornava sull’incidente di un anno fa, in qualifica a Melbourne: “Ho avuto dolori per mesi”.

Ad ogni modo, a Sakhir per cautela l’Aston Martin portava Drugovich e Vandoorne, nel caso in cui Stroll non ottenesse il nullaosta della Fia alle visite mediche o dovesse abbandonare nel corso del weekend.

Lui venerdì mette insieme 45 giri tra prima e seconda sessione, ma quando l’ingegnere gli chiede una traiettoria diversa nel cambio di direzione alla prima curva, risponde che non può, “per via delle mani”.

Soprattutto, ai box ha bisogno di aiuto per uscire dall’abitacolo. Questo alimenta il sospetto che la Fia i suoi controlli li abbia fatti con troppa leggerezza, perché da regolamento i piloti devono essere in grado di uscire dall’abitacolo entro 10 secondi. E devono farcela da soli.

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