Colapinto non sgarra. E adesso l’Argentina (ri)vuole il suo Gran Premio di Formula 1
giovedì 24 ottobre 2024 · Dal paddock
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A Monza la bandiera dell’Argentina tornava in Formula 1 a 23 anni dall’ultimo portacolori albiceleste che era stato Gaston Mazzacane, una meteora. Rispetto a lui, Franco Colapinto – 21 anni, il più giovane dello schieramento – parte con più garanzie: Alonso lo segue dal 2019, l’ha fatto gareggiare nel suo team nella Formula 4 spagnola, poi è riuscito a infilarlo nel vivaio della Williams. La quale ad agosto cercava un nome per rompere con Sargeant e ha voluto comunque dei soldi dagli sponsor, un gettone di 500 mila euro per ogni Gran Premio fino ad Abu Dhabi.
Oggi, Colapinto dopo quattro gare ha 5 punti che Sargeant non ha mai visto in un anno e mezzo. Non distrugge macchine, si difende benissimo: “Sta facendo bene, è molto giudizioso con l’auto”, dicono gli ingegneri, sebbene ogni tanto “bisogna ancora aiutarlo ad esprimere a parole quello che vuole intendere”.
Fin qui l’aspetto strettamente tecnico e sportivo, oltre il quale c’è quello emotivo, la capacità di aver triplicato le cifre di audience di Fox Sports Argentina risvegliando l’interesse nazionale verso la Formula 1 alla maniera in cui Verstappen aveva risvegliato quello dell’Olanda, al punto che adesso anche il paese di Fangio ripensa al suo Gran Premio che manca dal 1998, prima del tracollo finanziario.
Così, il ministro del turismo e dello sport fa sapere alle agenzie che la causa del ritorno della Formula 1 è stata già portata all’attenzione della presidenza e che a novembre a San Paolo ci sarà una delegazione del governo per incontrare di persona Domenicali.
Poi ovviamente per fare una corsa ci vuole un autodromo: quello di Buenos Aires, l’unica sede argentina che abbia mai visto la Formula 1, è lontano anni luce dagli standard moderni per avere l’omologazione della Fia, però Whiting nel 2017 c’era già stato per un sopralluogo, per segnalare per linee generali le aree d’intervento quando la Formula 1 cercava un appoggio in America Latina nei giorni in cui il destino del Gran Premio del Brasile si faceva fosco.
E ci sarebbe anche Termas de Rio Hondo, dove pare voglia correre l’Indycar e dove corre il Motomondiale; anzi, correva, visto che il comitato promotore ha dovuto cancellare la gara ad aprile per “impossibilità nel garantire i servizi richiesti, alla luce delle circostanze che coinvolgono il paese” e cioè per ragioni economiche che evidentemente continuano a pesare.
A ogni modo è tutto prematuro, soprattutto perché Colapinto, ad oggi, non è nemmeno certo di essere in pista l’anno venturo, dal momento che Albon è blindato e l’altro volante è già di Sainz, per cui pure il suo destino, come quello di altri, si intreccia a quello di Perez, che liberando la Red Bull può innescare una reazione a catena.