Pit-stop, è Red Bull la più veloce: soste sotto i 2 secondi. E il segreto è il laser

martedì 15 novembre 2011 · Dal paddock
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Prima di Abu Dhabi la Mercedes ha stilato la classifica dei pit-stop più veloci. In termini assoluti vincono i meccanici della Red Bull; poi vengono quelli della Mercedes, seguiti da McLaren e Ferrari. Se invece si valutano le medie gara per gara si distingue anche Force India a scapito della Ferrari.

Dai calcoli sono escluse le soste di emergenza per incidente perché le procedure cambiano rispetto a quelle standard, e le soste in regime di safety car perché con l’affollamento della corsia dei box le squadre devono trattenere i piloti sulla piazzola in attesa che si liberi il transito.

I rilevamenti ufficiali restano top-secret. Mercedes infatti ha diffuso solamente la graduatoria senza i tempi. Ma secondo la Red Bull è possibile completare un cambio gomme sotto il muro dei 2 secondi e impiegarne non più di 2.5 tra stop e ripartenza.

È una valutazione che si basa sui parziali che la squadra ha registrato autonomamente per ogni addetto nell’arco della stagione. Significa, in via del tutto teorica, che se tutti i meccanici sono in giornata e fanno contemporaneamente il proprio parziale migliore, il pit-stop effettivamente si chiude entro 2 secondi.

Nell’anno in cui l’usura delle gomme Pirelli ha prodotto un’overdose di soste, al cambio gomme si gioca una sfida in più. Di strumenti e procedure. La Ferrari a luglio ha cambiato la filettatura dei dadi. La Mercedes ne ha introdotto un modello speciale che viene già posizionato sul cerchione.

La trovata più geniale l’ha avuta – manco a dirlo – la Red Bull: un puntatore laser sparato dai tralicci che portano l’aria compressa alle pistole pneumatiche, per indicare la posizione d’attesa dell’avambraccio del meccanico e ridurre il tempo di reazione. Quando la fantascienza diventa realtà.

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