Il giorno sabbatico

sabato 12 ottobre 2019 · Dal paddock
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Alle squadre viene chiesto di mettere in sicurezza le hospitality e smontare le attrezzature al muretto, l’organizzazione nel frattempo rimuove i cartelloni pubblicitari e la struttura del podio, nel paddock viene staccata l’alimentazione elettrica, la protezione civile sistema i sacchetti di sabbia per scongiurare gli allagamenti.

L’allerta meteo per via del tifone Hagibis – che in giapponese non a caso significa veloce, il più forte dell’anno secondo l’Agenzia meteorologica nazionale, con venti fino a cento chilometri all’ora – ha già determinato la cancellazione di due partite alla Coppa del Mondo di rugby, adesso fa saltare tutta la pianificazione di sabato a Suzuka, il paddock è off limits fino alle 6 di domenica mattina.

E da programma, quattro ore dopo c’è la qualifica, che slitta al giorno del Gran Premio come già altre quattro volte nella storia: sempre a Suzuka nel 2004 e nel 2010 per altri tifoni, a Melbourne per pioggia forte nel 2013, ad Austin nel 2015 per l’uragano Patricia.

Tutte per via del maltempo e tutte nel nuovo millennio. Il che perlomeno è ironico, forse che certe intemperie nella Formula 1 che comunque esiste dal 1950, un tempo non c’erano. Oppure un tempo non si andava tanto per il sottile. Dice Vettel:

I don’t think anybody wants to put anybody’s life in danger. The decision is not for us, necessarily, because for us it’s nice and easy, cosy, in the garage. It’s for the people out there around the track, it is not nice to be sitting there with rain going sideways.

Viene fuori un giorno sabbatico e ognuno lo spende come meglio può: Verstappen in hotel con… la Play Station per un torneo di Fifa con Perez, Sainz e qualche meccanico; Norris a bowling; Vettel e Leclerc in incognito. Grosjean invece si dà al modellismo, assembla la P34, la mitica Tyrrell a sei ruote in scala 1:20.

A Raikkonen chiedono come ha scelto di impegnarlo, il sabato buco. E lui, disarmante come sempre: “Certamente non posso tornare a casa in Europa”.

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