Scorrettezze e furbate, perché Verstappen ha giocato sporchissimo contro Hamilton a Gedda

martedì 7 dicembre 2021 · Gran Premi
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Manda a puttane il primo match ball per il titolo, gioca sporchissimo Verstappen nella notturna di Gedda, aggiunge una serie di macchie a un curriculum già viziato.

Scorrettezza numero uno, alla ripartenza dopo la prima bandiera rossa: è in pole per non aver fatto il cambio gomme, ma all’avvio non è una scheggia, allora per proteggersi taglia la curva, mantiene la posizione e rientra danneggiando Hamilton che quindi viene passato da Ocon e scende terzo.

La gara si ferma ancora, subito, per gli incidenti a metà gruppo. Nella pausa, Masi dalla Fia informa la Red Bull che la mossa di Verstappen non è regolare, chiede – anzi, offre – di farlo partire dietro a Hamilton, con pole di Ocon. Una specie di trattativa, ma una discussione normalissima. Con diversi precedenti, a gara in corso. Il team si allinea alle indicazioni, Verstappen di fatto schiva la sanzione per una mossa che resta platealmente perfida e disonesta.

Ma stavolta alla ripartenza è perfetto, va davanti mentre Hamilton è preso in contropiede da Ocon che tira una staccata suicida. E allora Hamilton si rimette a inseguire, giro su giro recupera e attacca. All’esterno. Qui Verstappen fa la scorrettezza numero due: come in Brasile non cerca la curva, ma l’avversario. Tant’è che quando frena va in controsterzo e accompagna Hamilton fuori strada.

La Red Bull via radio si organizza per dare la posizione, Verstappen ubbidisce con la porcata più porcata di tutte, che vale 10 secondi di retrocessione dopo la corsa: in traiettoria inchioda sul dritto, una decelerazione da 2.5G. Dice Hamilton: “Voleva farsi tamponare”. Del resto, per come ormai s’è messa la corsa, cerca l’incidente che metta entrambi fuori gioco come a Monza.

Hamilton la mossa non la capisce, oppure la capisce benissimo, nessuno vuole dare drs all’altro. Tampona, le auto reggono l’urto. Ma la posizione va ancora restituita, Verstappen lascia andare Hamilton e gli riprende la scia per ripassarlo. Altra furbata, punibile come Hamilton su Raikkonen nel 2008.

È troppo, pure per la Red Bull. Che via radio intima di sistemare i debiti una volta per tutte. Anche perché nel frattempo arriva la notifica dei 5 secondi di penalità per l’escursione che in Brasile era passata impunita.

Non che gli altri siano santi e puliti. Per dire: Bottas sotto safety car è più lumaca degli altri, danneggia proprio Verstappen in modo che la Mercedes abbia il margine per il doppio pit stop. Discutibile, ma nei limiti. E lo stesso Hamilton quando prende definitivamente il comando fa un’azione di disturbo da potenziale ammonizione.

Cioè: i piloti sono tutti stronzi. Il punto è che Verstappen insiste a muoversi in quella zona grigia di furbizia maligna e bullismo di quartiere. Che già sabato gli costa la pole nell’arroganza inutile di strafare. In sintonia perfetta con una squadra dove la prepotenza è il mantra, dentro e fuori la pista.

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