Gedda, quella trattativa via radio tra Fia e Red Bull: nessuno scandalo, tutto in regola. Ecco perché

mercoledì 8 dicembre 2021 · Regolamenti
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È uno dei punti controversi della notturna di Gedda, la conversazione via radio fra la Federazione e il muretto della Red Bull alla seconda bandiera rossa: Michael Masi informa Jonathan Weatley che la mossa di Verstappen non è regolare, chiede – anzi, offre – di farlo partire dietro a Hamilton, con pole di Ocon.

“Inedita trattativa”, la qualifica la Gazzetta. Macché, è una procedura normalissima, con diversi precedenti peraltro. Senza andare troppo lontano: a Monza proprio la Red Bull diceva di aspettarsi una chiamata dalla direzione di gara in merito all’azione di Perez su Leclerc, per capire se la posizione andava restituita.

È il punto che ribadiva Masi a Gedda in serata, quando la stampa caciarona aveva già montato un caso che non c’è:

It probably seemed a bit elongated compared to normal, however it is very much a normal discussion that takes place. I wouldn’t call it a deal, as from a Race Director’s perspective I have no authority to instruct the teams to do anything. I can give them an offer, but the choice is theirs.

In altri termini: la Red Bull poteva anche rifiutare lo scambio di posizioni e sostenere di essere nel giusto. Con il rischio di prendere una penalità quando Masi avrebbe passato la patata ai commissari.

Lo precisa anche Ross Brawn: “Masi l’ha gestita in modo pragmatico”. E lui certe regole le sa, meglio dei commentatori da palcoscenico. Emanuele Pirro – memore della merda che una fetta della stampa gli ha tirato addosso e continua a tirargli addosso per le decisioni di Montreal 2019 – nell’intervista a Radio Sportiva proprio questo evidenzia, duro e fermo:

Gli spettatori sono dei complottisti, e lo sono anche per colpa di chi racconta questa Formula 1, che lo fa in maniera arrogante e non competente. Inaccettabile parlare di contrattazione, hanno fatto quello che fanno normalmente, solo che stavolta l’hanno fatto a bocce ferme.

Adesso, Brawn e Pirro magari sono la mamma che dà ragione al papà che suona il figlio, ok. Ma alla fine, a freddo, perfino Horner ammette che nel colloquio con Masi non c’è niente di assurdo. Piuttosto, riconosce che è stato “surreale” farlo sotto bandiera rossa. Per cui è sembrato “come stare al mercato”.

Poi è vero che la Fia dalla corsa di Gedda non esce benissimo e che l’assenza del polso di Charlie Whiting si sente tantissimo. Ma la chiamata alla Red Bull è il punto più debole e inconsistente dell’accusa.

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