Pirelli sceglie la mescola dura per Silverstone. Ferrari: “Una scelta che ci penalizza”

giovedì 30 giugno 2011 · Dal paddock
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È lo snodo cruciale del campionato: entra in vigore il divieto del soffiaggio in rilascio e la Ferrari porta un upgrade consistente della macchina. Poi, in base a quello che succederà a Silverstone, il Cavallino fisserà la nuova tabella di marcia. E potrebbe spostare tutte le risorse sul progetto del 2012. Anche perché le notizie che arrivano da Pirelli non sono confortanti.

La Scuderia aspettava già a Valencia la risposta sulla scelta delle mescole per il trittico infernale che vede in successione Silverstone, Nürburgring e Budapest. Tutte piste dove la Red Bull parte favorita. Massa aveva anticipato: “Ho sentito che potrebbero esserci le medie e le dure. Se sarà così, allora sarà un problema, non soltanto per noi ma per parecchi team. Escluse Red Bull e McLaren”.

Pirelli ha preso tempo, ha dato appuntamento alla conferenza stampa di metà stagione e mercoledì ha confermato che a Silverstone porterà – giustappunto – le medie e dure. Un abbinamento con cui la rossa finora ha sofferto parecchio. Soprattutto a Barcellona dove Alonso è stato doppiato.

Domenicali ribadisce: “Andiamo meglio con le morbide”. Anche quando sono usurate. E si è visto a Valencia dove Fernando ha guadagnato un secondo e mezzo a Webber negli istanti in cui la Red Bull girava con un treno nuovo di gomme medie.

La Ferrari ha provato a indirizzare la decisione di Pirelli, se non altro nel nome dello show. Paul Hembery precisa: “Abbiamo avuto più di una consultazione con le squadre. Sulla base delle informazioni che ci sono state fornite è questa la scelta più appropriata. Noi ci regoliamo in funzione di durata e performance”.

Adesso Alonso la prende con filosofia: “I compound sono uguali per tutti. Sono i team che si devono adeguare”. Poi in Germania torneranno le medie e le morbide come a Valencia. In Ungheria le morbide e le extra morbide come a Monte-Carlo e Montréal. Il problema è che la Ferrari non può aspettare.

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