Professione fotografo… in Formula 1: cinque domande a Martin Trenkler

domenica 26 febbraio 2012 · Esclusive
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Nasce sulle montagne di High Tatras, nella Slovacchia settentrionale. A 18 anni lavora per una rivista nazionale che si occupa di Formula 1. Dopo un anno ha già l’accredito per il paddock. Lascia gli studi e si trasferisce in Germania a lavorare con Reiner Schlegelmilch. Finché apre un’agenzia tutta sua.

F1WEB: Da quando ha cominciato a lavorare in Formula 1, com’è cambiato l’approccio dei media?

Martin Trenkler: In questo campo sono relativamente nuovo perché ho cominciato nel 2001, esattamente quando la fotografia digitale ha soppiantato il vecchio mondo delle pellicole. La gente ha sviluppato la necessità di avere tonnellate di immagini al più presto possibile. Principalmente per via di internet, ma anche per via delle scadenze dei magazine e della necessità di selezionare la foto giusta.

Adesso prima di scattare non devi pensarci due volte con la paura di sprecare la pellicola. Lo svantaggio è che adesso si lavora sotto pressione e si trascorre parecchio tempo al computer invece di fare foto di qualità.

F1WEB: Un week-end di gara comincia il giovedì e finisce domenica sera. Qual è il  momento migliore per scattare una foto?

MT: Ogni giorno ha un’atmosfera diversa, sempre vibrante. Noi sviluppiamo una mentalità per la routine di ogni giornata. Il giovedì è rilassante, il venerdì è divertente perché ci sono lunghe sessioni di prove libere, il sabato comincia a salire la pressione della corsa per via delle qualifiche. Poi la domenica è il giorno più stressante, anzi piuttosto direi il più emozionante. Si respira l’atmosfera della gara dovunque, il conto alla rovescia per il via è qualcosa di magico. I 20 minuti prima della partenza sono i più intensi.

F1WEB: Quante foto avrà scattato finora in carriera?

MT: Forse 250 mila, ma di ogni weekend me ne conservo solo qualche centinaio. E di ogni gara quelle che vertamente mi soddisfano sono 50. Non è tanto il numero di scatti, ma quanto siano di successo e mi rendano felice di fare questo lavoro.

F1WEB: Si è mai perso una foto che avrebbe voluto scattare?

MT: Succede a tutti in questo ambiente. È tutto così veloce e qualche volta capita che dopo centinaia di foto stai cambiando la memoria e proprio in quel momento accade qualcosa. È la legge di Murphy.

F1WEB: Qual è la foto che ama di più?

MT: Ho un paio di foto preferite, tra ritratti o forme grafiche. Una di quelle che è diventata popolare è il dettaglio della gamba di una ragazza che alle spalle ha la pista con le tracce delle gomme. Una foto simbolica con una bella composizione. Ho fatto anche una foto deliziosa di Webber che dà un passaggio ad Alonso in Germania l’anno scorso. Ma la foto migliore devo ancora scattarla.