FOTA, è sempre Ferrari contro Red Bull: adesso anche sui costi dei motori

lunedì 26 dicembre 2011 · Politica
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La lacerazione della FOTA è un tema che ha un risvolto dietro l’altro. Montezemolo l’ammette: “Quella dei costi non è stata la ragione principale dell’uscita, ma una motivazione”. C’entrano le trattative per la spartizione dei proventi. In più c’era e c’è ancora divergenza sull’interpretazione del tetto di spesa per lo sviluppo dei motori.

Montezemolo resta sul vago, però spiega che la Scuderia “si è stufata di accettare compromessi al ribasso per mettere tutti d’accordo”. Red Bull chiede di riscrivere le regole sugli organigrammi. Però anche Maranello vuole allentare un vincolo: quello sui propulsori. E qui è Red Bull a fare ostruzione.

C’è un problema che interessa tutti i team, dal primo all’ultimo: gli investimenti per la progettazione delle nuove unità per il 2014, con due cilindri in meno e sistemi di recupero dell’energia più complessi rispetto a quelli che si impiegano oggi.

Ma c’è anche un aspetto che riguarda più da vicino la Ferrari: “Spendiamo delle cifre allucinanti – annota Montezemolo – ma non possiamo fare ricerca sul motore”. Già: lo sviluppo è congelato dal 2008. Ma solo in teoria. Perché è successo – proprio a vantaggio della Ferrari nel 2010 – che la Federazione autorizzasse un intervento di modifica a scopo precauzionale. E la rossa in Brasile ha corso coi motori strozzati perché era agli sgoccioli con la vita utile, per cui una ritoccata al progetto effettivamente la sta pensando.

Chris Horner allora rilancia la posizione del suo team: “Non si può escludere il motore dal calcolo, quando alcune squadre lo producono in proprio”.

Red Bull infatti i propulsori li compra da Renault, quindi a differenza del Cavallino non deve svilupparli, per cui sostiene solamente un costo fisso. E può investire altrove tutto quello che risparmia sui motori.

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