PHOTO CREDIT · Zak Mauger

Tutte quelle interviste (e quelle domandine stupide): la Formula 1 ne ha veramente bisogno?

martedì 15 aprile 2025 · Media
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Hanno domandato a Sainz quali abitudini della Ferrari avesse dovuto disimparare per guidare la Williams; ad Antonelli quali consigli chiedesse a Raikkonen visto che… porta il suo stesso nome; a Doohan, per tre volte nell’arco di trenta minuti, come si sentisse dopo l’incidente delle prove libere di Suzuka, come se nel frattempo non avesse corso comunque una qualifica e un Gran Premio.

Questo solo per dare un’idea del motivo per cui, alla fine, non ha torto Alonso che proprio a Sakhir chiedeva meno media, a tutti i livelli:

Facciamo troppi incontri con la stampa. Giovedì è un giorno intero con la stampa, venerdì abbiamo la fan zone e ci fanno altre domande. Ancora dopo le prove libere dobbiamo rilasciare obbligatoriamente delle dichiarazioni, poi produciamo contenuti per i social media dopo le qualifiche e la gara. Se moltiplicate tutto questo per il numero di piloti, team boss e altra gente simile, si può dire che parliamo troppo.

Già: parlare con la stampa ha sempre fatto parte del gioco, ma l’evoluzione della fruizione dello sport in tutte le sue espressioni ha gonfiato il giocattolo prolungando la disponibilità che i piloti – e non solo loro – devono assicurare all’ufficio stampa, con il risultato che si finisce a rispondere sempre alle stesse domande, incluse quelle più assurde. Sempre Alonso, a Melbourne dopo le prove del venerdì:

Non ho nulla da raccontare su quello che ho imparato in pista oggi. E anche se avessi imparato qualcosa, non lo direi. Vengo alle interviste perché mi obbligano, ma davvero non c’è niente di cui parlare. Questo è il primo di altri 24 venerdì tutti uguali tra loro.

Messa così, sembra un’insofferenza solo sua. Ma pure Verstappen l’anno scorso diceva:

Mi troverei in difficoltà se la gente all’improvviso iniziasse a chiedere qualcosa di nuovo, non sarei preparato. Il fatto è che la maggior parte delle volte potrei rispondere prima ancora di sentire la domanda. 

L’impressione è che se la Formula 1 eliminasse il 50 per cento delle interviste, girerebbero meno stupidate e il paddock sarebbe un posto migliore.

Alonso, Verstappen,