Equilibrismi da f-duct: Eau Rouge e Raidillon con una mano sola!

giovedì 2 settembre 2010 · Dal paddock
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Eau Rouge e Raidillon, una dopo l’altra, compressione e decompressione a 300 all’ora, sotto 4 g di accelerazione laterale. Non fanno più paura come una volta. Al punto che quest’anno i piloti ci passavano con una mano sola mentre l’altra tappava le canalizzazioni per la deviazione del flusso d’aria verso l’alettone posteriore.

A Spa il sistema f-duct debuttava anche sulla Renault. E Robert Kubica nelle interviste si è fatto scappare che la gestione “in alcuni punti del tracciato non è semplice”. Per inciso, prima delle libere, ha fatto pure tagliare il bordo sinistro del sedile, per spostare meglio l’avambraccio verso la presa d’aria.

Intanto nel paddock la polemica tornava a montare. Daniele Morelli, il suo manager, raccontava a Omnicorse: “È pericoloso azionare un f-duct in rettilineo, figuriamoci al Raidillon, in salita ad altissima velocità, con una traiettoria obbligata”.

Già a Valencia venne il sospetto che il volo di Webber fosse da attribuire all’f-duct, a giudicare dalla posizione delle mani sul volante un attimo prima dell’impatto con la Lotus di Kovalainen.

“Non è giusto – dice Morelli – che un pilota di Formula 1 tolga una mano dal volante per azionare un sistema che riduce il carico aerodinamico. Non vedo l’ora che la FIA vieti questi dispositivi l’anno prossimo (come già avevano chiesto le squadre a maggio, ndr)”.

In Belgio però il contributo degli f-duct si è apprezzato parecchio: un’idea vincente che per questa Renault e su una pista come quella di Spa, secondo i riferimenti delle simulazioni portava a recuperare fino a 7 decimi al giro. Kubica alla fine ha detto: “Devo fare i complimenti a tutti i ragazzi che lavorano in fabbrica, perché il sistema ha funzionato alla perfezione”.

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