Toyota: top e flop dal 2002 al 2009, otto anni senza gloria

domenica 8 novembre 2009 · Amarcord
tempo di lettura: 3 minuti

Il miglioramento è marginale. Ma il merito non è tutto della squadra, perché la Toyota viene trovata in possesso di un progetto della Ferrari del 2003: è spionaggio industriale, non così grave come quello di Stepney nel 2007, ma due ingegneri ex Maranello vanno in cella comunque.

È già il 2005 e la Toyota non ha nemmeno un trofeo. Però ha soldi per permettersi un nome di lusso, o quello che ne resta: Ralf Schumacher, che prende il triplo dello stipendio di Trulli e fa solamente due punti in più. Ma nel complesso è la migliore stagione dal debutto, perché la Toyota arriva quarta in campionato.

Dura pochissimo: nel 2006 se ne va Gascoyne, se ne va la Michelin, se ne va anche un po’ di entusiasmo. I punti da 88 diventano 30. E allora a Tokyo si fanno conti e domande. Arrivano i primi tagli, il vertice del team passa da Tsutomu Tomita a Tadashi Yamashina, la direzione tecnica va a Pascal Vasselon che baratta i motori con la scatola del cambio della Williams.

Trascorre un altro anno, finisce il tempo delle presentazioni stellari da milioni di dollari, finisce pure il tempo di Ralf Schumacher che chiedeva troppo. Subentra Timo Glock che chiede molto meno.

Il 2008 è l’anno dell’ultima chiamata, Yamashina si guadagna una proroga perché punta tutto sul 2009. Il problema è che intanto scoppia la crisi economica e la Formula 1 non fa più business. In tutto sono 13 podi, 3 pole, 3 giri veloci e nessuna vittoria. Restano i rimpianti, anzi le lacrime.

Gascoyne, Glock, Michelin, Toyota, Trulli, Williams,