Safety car, non passa la modifica della procedura: “Più rischi che vantaggi”. Ecco perché

martedì 13 luglio 2010 · Regolamenti
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Doveva debuttare a Silverstone la nuova procedura di safety car, i team ci avevano messo tutto il pomeriggio di mercoledì per discutere la baraonda di Valencia e alla fine era venuta fuori una modifica sostanziale da provare al termine delle libere di venerdì, un controllo pro forma prima dell’approvazione definitiva della Fia.

Sollecitata anche dall’intervento di Angelo Sticchi Damiani della Csai, la novità interessava la norma che dal 2009 impone il tempo di percorrenza massimo nei tratti soggetti a regime di bandiere gialle.

L’idea era che la centralina elettronica non calcolasse più l’intervallo limite, ma segnalasse sul volante direttamente la velocità, che sarebbe stata quella della safety car, ovvero quella di Bernd Maylander.

Quindi: niente più sorpassi stile Hamilton ai danni della macchina di sicurezza. E un’unica deroga, riferita agli ultimi 200 metri di pista, in prossimità dell’ingresso ai box, perché Barrichello a Valencia aveva detto: “Se stai entrando in pit-lane ti compaiono le segnalazioni sul volante, non è facile reagire, hai pure gli ingegneri che ti parlano via radio”.

Invece il test non è andato a buon fine, nel senso che la pista ha fatto emergere altre criticità, motivo per cui l’accordo non s’è trovato e la novità non ha avuto l’approvazione. Diceva de la Rosa: “La velocità è semplicemente troppo bassa”. E Kubica: “Se non reagiscono tutti in tempo, rischiamo una collisione come quella fra Webber e Kovalainen“.

Ad ogni modo, dai team era partita pure la proposta di tornare alla vecchia norma in vigore nel 2007, con chiusura della pit-lane nei periodi di neutralizzazione.

La McLaren, invece, difendeva la regola attuale che secondo Jonathan Neale “garantisce un elemento di imprevedibilità che fa bene allo sport”. E che invece a Valencia ha fatto bene solamente a Lewis Hamilton.

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