Giochi di squadra: Ferrari la passa liscia. Ma si apre un caso

mercoledì 8 settembre 2010 · Dal paddock
tempo di lettura: meno di 1 minuto

L’anticipazione la dà Angelo Sticchi Damiani: è lui, da presidente di CSAI, che per primo esce dall’aula e annuncia alla Reuters che la Scuderia l’ha scampata, conserva i punti della doppietta di Hockenheim, sfugge a squalifiche, radiazioni e penalizzazioni d’ogni sorta.

Non è un’assoluzione piena perché resta la multa, i 100 mila dollari già imposti in Germania, a cui la FIA sommerà le spese legali.

Ma praticamente è un buffetto sulla guancia rispetto alla stangata che la Ferrari poteva aspettarsi dal processo di Parigi per il sorpasso telecomandato di Alonso su Massa in terra tedesca.

Un nulla di fatto, una sentenza blanda che più blanda non si può, che cambia il modo di concepire la Formula 1 e che apre un caso nel paddock. Perché la FIA adesso deve rivedere la norma sugli ordini di scuderia, sui giochi che gli altri sanno applicare meglio della Ferrari senza farsi scoprire.

Lo conferma Enrico Gelpi, presidente dell’ACI nonché membro – votante – del Consiglio Mondiale della FIA: “La norma sarà rivista. Per noi sarebbe anche opportuno cancellarla del tutto perché pone delle difficoltà d’interpretazione”. Quelle su cui hanno giocato gli avvocati di Maranello per ribaltare la posizione della Scuderia.

Alonso, Ferrari, Fia, Hockenheim, Massa,