Qualifiche: torna la regola del 107%, lo sbarramento che terrorizza i piccoli

domenica 20 marzo 2011 · Amarcord
tempo di lettura: 2 minuti

Alla fine degli anni Ottanta la Formula 1 pullula di squadre. La lista degli iscritti arriva anche a 39 macchine. Per motivi di sicurezza la Federazione non può tenerle tutte insieme in pista. E introduce la formula delle prequalifiche.

Funziona così: i nuovi team e quelli più lenti girano in una sessione separata, poi i 4 piloti che si classificano meglio si guadagnano l’accesso alle prove ufficiali coi big. Lì il parco macchine per il Gran Premio viene ulteriormente e definitivamente ristretto: da 30 a 26, che è il limite massimo fissato dalla FIA.

A metà degli anni Novanta il paddock comincia a svuotarsi: gli iscritti scendono sotto la soglia del 26, le prequalifiche vengono soppresse e l’accesso alla corsa è esteso a tutti. Finché qualcuno in Commissione F1 non comincia a chiedere una tagliola per bloccare comunque le lumache.

Votata a maggioranza, senza l’approvazione dei team più piccoli, arriva nel 1996 la regola del 107%. La barriera non è più numerica, diventa cronometrica: qualifiche aperte a tutti, però per staccare il biglietto per domenica serve un gap inferiore al 7% del tempo della pole position. Le prime vittime sono Badoer e Montermini della scuderia Forti.

Negli anni però qualche deroga la FIA la concede: chi resta fuori tempo massimo viene promosso comunque sulla griglia se nelle prove libere si è mantenuto sotto il limite. Eccezione nell’eccezione, Tarso Marques a Melbourne nel 2001: prende il via con la Minardi nonostante non abbia mai girato su tempi da ammissione; c’è lo zampino di Paul Stoddart che alla vigilia del campionato ha comprato la scuderia e vuole entrambe le auto nella gara di casa.

La regola del 107% scompare nel 2003 perché il nuovo regolamento obbliga le squadre a qualificarsi con la benzina per il primo stint di gara. Poi nel 2010 la corsa alla pole si gioca un’altra volta a serbatoi scarichi. E allora si torna a parlare di uno sbarramento, anche perché nel frattempo debuttano Hispania, Lotus e Virgin che proprio dei fulmini non sono.

A giugno il Consiglio Mondiale approva: limitatamente alla prima eliminatoria delle qualifiche, la norma del 107% viene reinserita nel regolamento sportivo a partire dal 2011. E le piccole squadre non sono più tranquille come prima perché, come osserva Gian Carlo Minardi che certe esperienze le ha già vissute, “soffriranno ancora di più se davanti (alla classifica) ci sarà una ricerca esasperata della prestazione”.

Fia, Hispania, Minardi, Team Lotus, Virgin,