Safety car, un po’ di numeri: quanto pesa nell’equazione delle strategie

giovedì 28 aprile 2011 · Tecnica
tempo di lettura: meno di 1 minuto

È la variabile che può decidere una corsa. Caso emblematico – al di là delle implicazioni di Briatore e Piquet – quello di Singapore nel 2008 con la vittoria di Fernando Alonso. “Se le squadre sanno gestire la situazione – conferma la Mercedes – la safety car può essere utilizzata per trarre un vantaggio”.

Mercedes per contratto provvede alla safety car su tutti i circuiti del Mondiale. Su formula1.com mette a disposizione un po’ di dati e spiega qual è l’approccio delle squadre nell’elaborazione delle strategie.

“C’entrano tanti fattori: la facilità con cui i commissari risolvono un incidente, il lay-out della pista, le opportunità di sorpasso, la possibilità di pioggia”.

Combinando i numeri, le piste con la percentuale più alta di rischio safety car sono Interlagos, Melbourne, Monte-Carlo, Spa e Singapore.

Decisamente più bassa invece la percentuale in Bahrain, dove “le vie di fuga sono più estese ed è minima la possibilità di cattivo tempo”.

Oltre al calcolo delle probabilità ci sono le statistiche degli anni passati. Per esempio: a Singapore su 3 edizioni la macchina dei commissari si è vista in scena 5 volte. Quindi chi traccia la strategia considera che la chance di safety car a Marina Bay è del 100 percento. Anche se non corre Nelsihno Piquet…

Alonso, Briatore, Interlagos, Melbourne, Mercedes, Monte Carlo, Piquet, Singapore,