Gran Premio di Spagna: Red Bull è stellare, ma non fa doppietta

domenica 9 maggio 2010 · Gran Premi
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Tre settimane fa, scriveva Alex Zanardi su Italiaracing: “Chi è maledettamente bravo sul giro di qualifica ottiene la pole e chi è maledettamente bravo a tenere un certo ritmo poi riesce a vincere le gare”. Webber, una volta tanto, è maledettamente bravo in entrambe le circostanze. Il paradosso è che adesso la Red Bull ha una bella grana.

Perché con questa vittoria Webber sbarra il passo alle gerarchie premature quando invece paddock e team già riconoscevano a Vettel il ruolo del leader.

Sebastian dice: “Mi tengo il terzo posto e mi accontento. A un certo punto ho pensato che non sarei arrivato neanche al traguardo”. Lamenta un problema al primo pit-stop, ma paga soprattutto un’anomalia ai freni che già a Melbourne l’avevano spedito fuori gara mentre lui era in testa.

Sfuma la doppietta, ma la RB6 lascia la Spagna con la palma di miglior macchina. Secondo Button, in valori assoluti questa Red Bull è anche più forte della Brawn del 2009: “Hanno un’ottima trazione, sono veloci nell’inserimento in curva perché hanno un retrotreno molto stabile, poi guadagnano anche in uscita”.

Tolta la Red Bull, le altre sono sullo stesso piano. Stefano Domenicali osserva: “C’è una squadra che è intoccabile, poi gli altri tre top team sono molto vicini”.

Ma la Ferrari non si aspettava miracoli. Alonso prima delle libere notava: “Finora c’è stato solo un week-end senza pioggia – quello del Gran Premio del Bahrain, ndr – e abbiamo vinto noi”.

Poi sabato ha visto i tempi della Red Bull e si è preoccupato. Abbassando l’obiettivo: “Ci sono chance per il podio, dobbiamo giocarci quelle”. In gara Fernando approfitta dei guai di Vettel e dell’incidente di Hamilton, arriva secondo e ammette: “Chi l’avrebbe mai detto”. Nessuno. Nemmeno lui.

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