Capgemini esplora le finanze dei team, trova anomalie nei bilanci della Red Bull

giovedì 22 settembre 2011 · Politica
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Da gennaio c’è una questione in sospeso: la presunta violazione del tetto di spesa da parte di Red Bull. La FOTA senza fare rumore ne ha discusso internamente, poi ha affidato la verifica dei bilanci agli olandesi di Capgemini. I risultati sono trapelati dopo Monza: “Discrepanze nell’inserimento delle voci”. E le anomalie riguardano proprio il colosso dell’energy-drink.

Il patto delle squadre sulla limitazione dei costi e del personale ha troppe pieghe. In una di queste si è inserita la Red Bull. Diceva Schumacher in Turchia al Daily Express: “Non stiamo giocando con le stesse regole. Se guardi a quante persone fanno parte del nostro staff e lo paragoni a quello della Red Bull, i numeri sono molto differenti”.

Da quando si è comprata la Jaguar nel 2005, la Red Bull ha investito quasi 420 milioni di sterline nel progetto per la Formula 1. Finanziamenti che non vanno direttamente nelle casse della squadra, ma passano attraverso Red Bull Technology, il distaccamento di Mateschitz deputato alle attività di ricerca e sviluppo.

Il team se n’era servito già nel 2007 per passare il telaio alla Toro Rosso e aggirare la norma della Concordia che vieta la cessione dei progetti. Adesso Red Bull Technology è incaricata anche di sviluppare con Renault le unità V6 sovralimentate per il 2014.

La FOTA ha chiesto di chiarire le irregolarità. Red Bull invece di spiegare si è infuriata e ha cercato di bloccare le analisi di bilancio, perché secondo quanto riferisce Autosprint le informazioni sugli organici sono dati sensibili che Capgemini ha divulgato senza autorizzazione.

Horner assicura: “Abbiamo rispettato gli accordi, abbiamo anche risparmiato dei soldi”. Mercoledì doveva tenersi in Europa l’incontro fra i responsabili finanziari delle squadre. Whitmarsh l’ha fatto rinviare perché lui era già a Singapore e invece vuole seguire la vertenza in prima persona.

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